Coinvolto dalla Regione Puglia, valuta e compara tutte le proposte tecniche esistenti attualmente circa il recapito finale dei reflui del depuratore consortile, ma, alla fine, si esprime per una soluzione integrata, che, sostanzialmente, aggiunge poco di nuovo a quanto era già noto
Il Cnr decide di non … decidere. Coinvolto dalla Regione Puglia, valuta e compara tutte le proposte tecniche esistenti attualmente circa il recapito finale dei reflui del depuratore consortile, ma, alla fine, si esprime per una soluzione integrata, che, sostanzialmente, aggiunge poco di nuovo a quanto era già noto. L’unico elemento di novità è l’apprezzamento della proposta della “ricarica artificiale della falda”, ritenuta soluzione “degna di nota da un punto di vista ambientale ed economico”.
«Non appare semplice ed immediato fornire una diretta valutazione comparata delle diverse alternative progettuali, ma si è cercato di favorire un confronto attraverso una tabella di sintesi, in cui sono stati selezionati i principali criteri da tenere in considerazione nella formulazione di un giudizio di opportunità ed efficacia» scrive l’ing. Michele Vurro nelle considerazioni finali del documento consegnato alla Regione Puglia. «In tal senso sono stati selezionati molteplici aspetti, principalmente legati al principio e alle modalità di funzionamento dell’impianto, agli impatti ambientali e sociali dello stesso, ai costi di realizzazione ed esercizio, alla possibilità di inserimento nei limiti imposti dalla normativa vigente.
Si segnala come, in alcuni casi, sia opportuno prevedere ulteriori approfondimenti conoscitivi e tecnici, per consentire una più efficace valutazione della fattibilità economica delle proposte alternative (in particolare la fitodepurazione)».
Poi Vurro arriva alle conclusioni, nelle quali non esclude la condotta sottomarina.
«Si ipotizza l’opportunità di individuare una soluzione integrata che preveda la realizzazione dell’impianto di depurazione previsto, con relativa condotta sottomarina, funzionante in caso di soluzione “mista” come scarico invernale e/o di emergenza. A questa, si ritiene tecnicamente opportuno affiancare il riuso irriguo nelle aree limitrofe, considerando la necessità di realizzare le infrastrutture necessarie. Previa valutazione accurata dell’idoneità dell’area selezionata, anche la fitodepurazione, come tecnica di finissaggio, appare tecnicamente percorribile.
La possibilità di sperimentare una ricarica artificiale della falda in un’area soggetta ad intrusione salina, come riportato dal Piano Territoriale delle Acque, risulterebbe (qualora fossero acquisiti i permessi necessari), una soluzione valida e innovativa, anche da un punto di vista scientifico, e tecnicamente utile a ridurre la pressione antropica sulla falda idrica sotterranea».