Sarà sufficiente? Intanto la nuova sede potrebbe essere ricavata dagli immobili confiscati alla mafia
Il Comune di Avetrana è disponibile a tornare a mettere a disposizione dell’Ufficio del Giudice di Pace un proprio dipendente a tempo pieno. Quello di Maruggio invierebbe il proprio dipendente non più per due giorni, bensì per tre. Nulla di stabilito, invece, per la spartizione dei costi degli interventi per adeguare quattro appartamenti sottratti alla mafia a nuova sede dell’Ufficio del Giudice di Pace: spetterà ai Consigli Comunali dei quattro centri l’onere della decisione finale, ma Avetrana, Maruggio e Sava hanno già anticipato che sono disponibili a versare una quota come affitto solo per gli anni in cui il presidio resterà attivo e non sino all’estinzione del mutuo, che dovrà essere contratto dal Comune di Manduria.
Non c’è ancora l’auspicata fumata bianca sul futuro dell’Ufficio del Giudice di Pace di Manduria. Nell’incontro fra il vice sindaco di Manduria (Gianluigi De Donno), e i sindaci di Avetrana (Mario De Marco), Maruggio (Alfredo Longo) e Sava (Dario Iaia), è stato compiuto un passo in avanti, che però potrebbe non essere sufficiente.
«La configurazione dell’organico iniziale è stata modificata rispetto a quella originale che ci è stata richiesta dal Ministero» fa rilevare il vice sindaco di Manduria, Gianluigi De Donno. «Non ci sono più quattro unità (una per ogni Comune) a tempo pieno, ma tre a tempo pieno e una a part time. Dovrà ora essere il Ministero, che aveva già richiesto ad Avetrana e Maruggio di revocare le delibere attraverso le quali si riduceva l’impiego delle rispettive unità lavorative, a decidere se con tre dipendenti a tempo pieno e uno a tempo ridotto l’Ufficio del Giudice di Pace potrà continuare a operare».
Il sindaco di Maruggio, Alfredo Longo, spiega la posizione della sua Amministrazione.
«Fu il giudice coordinatore del presidio giudiziario di Manduria a comunicarci che per il nostro dipendente sarebbe stata sufficiente anche una presenza part time e noi, tenuto conto anche delle ripetute richieste dell’interessato, ci siamo regolati di conseguenza» afferma Longo. «Ora ci è stato riferito che con tre presenze alla settimana i problemi sarebbero superati, ragion per cui ci adegueremo a quest’ultima indicazione».
Per la nuova sede dell’Ufficio del Giudice di Pace, il vice sindaco De Donno è convinto che la scelta giusta sia quella dei quattro appartamenti confiscati alla mafia.
«La presenza di un ufficio giudiziario in quegli appartamenti appartenuti alla mafia ha anche un elevato valore simbolico» le sue parole.