Poi, quando l’Ufficio Tecnico avrà lasciato l’attuale sede del municipio, potrebbe trasferirsi in quegli ambienti, già utilizzati, tanti anni fa, come Pretura
«Il Giudice di Pace uscirà da una porta e entrerà in un’altra».
Roberto Massafra è stato chiaro e deciso: l’Amministrazione non vuol perdere questo presidio giudiziario. Risolto però il problema dell’organico (Avetrana ritornerà sui propri passi e metterà a disposizione full time il proprio dipendente), resta aperto quello della sede.
L’indicazione sulla quale i quattro comuni del consorzio dovranno inizialmente confrontarsi è quella dell’utilizzo di alcuni immobili sottratti alla criminalità organizzata. Immobili, però, che hanno bisogno di esosi interventi di lifting e di adeguamento: è stata stimata una spesa di 300mila euro. Il Comune di Manduria dovrà contrarre un mutuo, per il quale spera in una compartecipazione degli altri tre soci del consorzio.
Un’altra ipotesi potrebbe però non comportare alcuna spesa. Presto (crediamo si tratti di una questione di pochi giorni) si aprirà il cantiere del progetto per la rigenerazione urbana del quartiere “Santa Gemma”. Progetto che prevede il recupero della struttura abbandonata, inizialmente concepita come scuola. Struttura che dovrà poi essere utilizzata come nuova sede del municipio.
La nostra idea è questa: perché non utilizzare, inizialmente, qualche ambiente di questa struttura e, poi, quando l’Ufficio Tecnico si sarà trasferito nella nuova sede del municipio, non destinare all’Ufficio del Giudice di Pace gli ambienti di Palazzo di Città che, sino ad una ventina di anni fa, erano utilizzati come Pretura?
Crediamo che questa potrebbe essere una delle ipotesi meno dispendiose e più praticabili, che l’Amministrazione dovrebbe vagliare.
Intanto c’è stato un privato che, attraverso un social network, ha offerto in comodato d’uso un proprio immobile.
«Finchè il privato non formalizzerà concretamente questa offerta, non possiamo prenderla in considerazione» è stato il commento del vice sindaco, con delega al Patrimonio, Gianluigi De Donno. «Posso anche aggiungere che alla mia Pec personale è giunta un’altra offerta di un privato, che ci propone una sua proprietà, ma il Comune dovrebbe prenderla in fitto».
Intanto il presidente (Antonio Casto) e il segretario (Roberto D’Amico) dell’Associazione Forense Messapica, che ha promosso l’assemblea di giovedì, si dichiarano soddisfatti degli impegni assunti, da una parte, dall’assessore avetranese Enzo Tarantino e, dall’altra, dal sindaco Massafra e dal vice sindaco De Donno di Manduria.
«Siamo soddisfatti delle dichiarazioni rilasciate dagli Amministratori» afferma il presidente Antonio Casto, «ma restiamo ancora nell’ambito delle buone intenzioni e saremo vigili a controllare affinché vengano adottati tutti gli atti pubblici necessari, in quanto c’è tanto lavoro ancora da fare».