Cerimonia che è iniziata con la celebrazione di una funzione religiosa nella chiesa di Santa Maria e che è proseguita, poi, con la deposizione di una corona d’alloro al monumento ai Caduti della villa comunale
A cento anni dall’inizio della Prima Guerra Mondiale, anche Manduria ha voluto celebrare la festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate.
Cerimonia che è iniziata con la celebrazione di una funzione religiosa nella chiesa di Santa Maria e che è proseguita, poi, con la deposizione di una corona d’alloro al monumento ai Caduti della villa comunale. Alla presenza di numerose autorità civili, militari e religiose, la fanfara dei Bersaglieri di Crispiano, dopo l’“alzabandiera” e l’Onore ai Caduti, ha eseguito l’inno di Mameli.
Davanti a tantissimi rappresentanti di associazioni di militari o di reduci, non solo di Manduria (erano presenti anche i militari del Battaglione San Marco di Brindisi), il cerimoniere Gregorio Pecoraro (in qualità di presidente della sezione di Manduria dell’Associazione Nazionale Bersaglieri), ha passato la parola al sindaco Roberto Massafra (che ha letto il messaggio del Presidente della Repubblica) e all’assessore alla Cultura Mimmo Lariccia (che ha invece letto il messaggio del Ministro della Difesa, Roberta Pinotti).
Molto toccante il messaggio del presidente dell’associazione Reduci e Combattenti di Manduria, Pietro Scorrano, letto dal nipote Leonardo.
«Come ogni anno, si festeggiano le Forze Armate» sono state le parole di Pietro Scorrano. «E’ un’occasione per manifestare la riconoscenza alle Forze Armate per il loro impegno. Ma è anche un momento di riflessione per ricordare tutti coloro che hanno sacrificato la propria vita per la Patria. Anche mio fratello, Giuseppe, classe 1921, è morto indossando la divisa. Inizialmente fu destinato a Bergamo. Poi, però, fu mandato al fronte. Invano la mamma Rosa e il papà Gregorio hanno atteso il suo rientro. Di lui non abbiamo avuto più notizie e, quindi, non è stato possibile neppure garantirgli una degna sepoltura. Grazie, quindi, a mio fratello e a tutti coloro che hanno donato la vita per la pace».
Alla cerimonia ha partecipato anche un reduce della Seconda Guerra Mondiale: Leonardo Dinoi, classe 1919.