Quando la sanità funziona…
Sabato scorso sono stato soggetto di un incidente stradale all’altezza dell’ospedale Nord di Taranto, ma ho deciso di proseguire per Manduria andando, con le mie gambe, al Pronto Soccorso del mia città.
Mi sono avviato al pronto soccorso. All’ingresso ho incontrato un vigilante. Arrivo alla sportello dell’accettazione; una infermiera, con molta professionalità e gentilezza, mi chiede il motivo. Spiego la mia richiesta di soccorso, mi comunicano di attendere in una sala di attesa molto pulita e in perfetto ordine. A un tratto arriva una autoambulanza, scende, seduto una sedia a rotelle, un anziano agricoltore con una evidente taglio in fronte, viene subito preso in cura prima da un infermiere, con vero garbo e dolcezza.
Dopo pochi minuti entrano due ragazzi e una ragazza chiedendo una sedia a rotelle. Appena avuta, corrono fuori “giocando” con la stessa sedia. Dopo due minuti entrano con una signora molto dolorante: quanto amore ho visto in quei ragazzi con i capelli alla “gallo cedrone”. Ancora un infermiere prende la paziente e spiega che non possono entrare, ma saranno subito informati dello stato della signora (nonna della ragazza).
Ad un tratto mi chiamano: “Signor De Carlo”. Entra un giovanissimo medico. Con infinita professionalità mi chiede cosa fosse accaduto e che dolori sentissi. Poi mi invita a entrare in una stanza dove ricevo le prime cure. Il medico mi chiede di sostare all’interno del pronto soccorso per essere sicuro del mio stato di salute. Nel mio tempo all’interno del pronto soccorso, noto una ottima assistenza: ognuno si muoveva con molta professionalità.
Ogni paziente che giunge viene accolto con un sorriso per mettere l’infortunato a suo aggio. Nel cambio del personale, tutto avviene con sincronia e con scambio di saluto. Arriva l’addetto alla pulizia, che svolge con diligenza il suo compito. Ad un punto esce da una stanza il vecchietto curvo: la parte più alta della sua persona sono le spalle. Chiede di chiamare il nipote affinchè venga a prenderlo: un infortunio sul lavoro, ma nulla di grave. Poi il nuovo medico mi richiama, mi vede, mi porge una serie di domande, mi spiega cosa fare, ma soprattutto come comportarsi nei giorni che seguono.
Esco, saluto tutti, ringraziandoli per la loro professionale simpatia e accoglienza.
Ho scritto queste due righe solo per riaffermare la grande professionalità della struttura ospedaliera del nostra città. Sono fiero di essere manduriano.
Gherardo Maria De Carlo