L’Imam Saifeddine Maaroufi ha preso le distanze da coloro che si dichiarano musulmani, ma che seminano il terrore e lasciano sulla loro strada scie di sangue
«Con il dialogo e con il confronto si cerca la verità e si superano le contrapposizioni. Quello che stiamo facendo oggi è anch’esso un modo per sconfiggere il terrorismo».
L’Imam Saifeddine Maaroufi ha preso le distanze da coloro che si dichiarano musulmani, ma che seminano il terrore e lasciano sulla loro strada scie di sangue.
«Non si può fare di tutta l’erba un fascio» ha ammonito l’Imam. «Quando vivevo in Tunisia, mi sconsigliavano di venire in Italia: mi dicevano che in questo Paese c’è la mafia. In realtà ho trovato un Paese accogliente e dove avviene l’integrazione con gli altri popoli. I mafiosi? Esistono, ma sono una piccola minoranza, da cui prendere le distanze. La stragrande maggioranza dei musulmani sono contro il terrorismo e ripudiano ogni forma di violenza».
Però, proprio gli ultimi atti terroristici stanno creando un clima di diffidenza e di discriminazione verso tutti i musulmani. Ai ragazzi, guidati dalle docenti di Lettere Stefania Maiorano, Alessia Mazza e Alessandra Urbano, Maaroufi ha “predicato” il dialogo.
«La convivenza fra cattolici e musulmani c’è: crediamo nello stesso Dio, abbiamo avuto tutti la stessa genesi (siamo figli di Adamo ed Eva), anche se la religione non è uguale. C’è una giornata, il 27 ottobre, dedicata proprio al dialogo fra queste due religioni. Le discriminazioni? Certo, ci sono. Io dovevo avere un incontro con gli studenti della scuola di mio figlio per parlare della mia religione. L’incontro era stato fissato prima delle stragi di Parigi. In seguito a quegli episodi, alcuni genitori hanno chiesto di annullarlo».