All’ex assessore Toma, replica Beppe De Sario, candidato alle Comunali del 2013, non eletto nonostante le 135 preferenze
«Adesso si esagera e si arriva al paradosso».
All’ex assessore Toma, replica Beppe De Sario, candidato alle Comunali del 2013, non eletto nonostante le 135 preferenze.
«Queste persone che menzioni le hai fatte eleggere proprio tu» ribatte De Sario a Toma. «Da giovane aspirante politicante, non te la sei sentita di proporti senza avere il loro appoggio e, adesso che ti hanno fatto fuori, le denigri.
Grazie ai quei giovani aspiranti politicanti, che come te si sono proposti unitamente a quelli che definisci dinosauri, non hanno trovato spazio altri giovani, molto più lungimiranti di te, che avevano proposto un vero rinnovamento.
Questi nuovi volti sono stati ingiustamente accusati di essersi proposti senza coalizzarsi con quelli che definisci dinosauri e ai quali tu invece hai deciso di attaccarti per poter essere eletto.
Tanto è vero che con un consenso elettorale minimo (74 preferenze, ndr), hai trovato la tua poltrona in Consiglio comunale, al contrario di quei giovani coraggiosi che volevano il vero rinnovamento e che, benché abbiano avuto un consenso nettamente superiore al tuo, sono stati esclusi».
De Sario rimarca le contraddizioni di Toma.
«La tua arma vincente sono stati i dinosauri che oggi denigri. Fatti un mea culpa insieme agli altri che hanno agito come te e assumiti le tue responsabilità. Se Manduria si trova in questo disastro è anche colpa tua e non è necessariamente colpa del sindaco, ma anche di chi lo tradisce e di chi sapeva che lo avrebbe tradito già in campagna elettorale.
Spettava a te decidere di dare il tuo valido contributo (hai ben operato con la Fiera Pessima 2014 e anche in altre occasioni) senza mandare a governare con te i dinosauri, che hai proposto ai manduriani come tuoi alleati. Fermo restando che ho democraticamente accettato il risultato elettorale, credo che prima di accusare i tuoi amici di coalizione, tu debba chiedere scusa ai manduriani per averceli proposti e per aver impedito a tutti di considerare il tuo (valido) operato come positivo! Accanto ai tuoi dinosauri, il tuo operato non poteva che apparire alla vecchia maniera».
Lo stesso sindaco Massafra replica a Toma.
«Ma Paride Toma era il più libero tra tutti i “ragazzi” del sindaco e non ha saputo approfittarne» sostiene Massafra. «Ha voluto giocare una partita che non era la sua con nuovi compagni che lo hanno abbandonato, chi subito, chi ora.
Capisco che ora riversi su di me colpe che non ho: a che serve altrimenti un sindaco? Mi chiedo: ho sbagliato ora, seguendo le indicazioni del suo gruppo, o piuttosto ho sbagliato un anno e mezzo fa, quando ho assecondato la sua ambizione?
Di certo i ragazzi sono cresciuti e, mi spiace dirlo, qualcuno è perfino invecchiato».