E’ questa la valutazione dei Verdi di Manduria sull’ultimo documento presentato dai tecnici dell’Acquedotto Pugliese ai sindaci di Manduria ed Avetrana in merito alla dibattuta questione del depuratore consortile
«Uno spiraglio di luce in fondo al tunnel».
E’ questa la valutazione dei Verdi di Manduria sull’ultimo documento presentato dai tecnici dell’Acquedotto Pugliese ai sindaci di Manduria ed Avetrana in merito alla dibattuta questione del depuratore consortile.
«Che dopo aver negato per anni persino la semplice possibilità che esistesse un’alternativa allo scarico in mare, dopo aver rigettato quasi con irrisione le ipotesi fornite dalle Amministrazioni di Manduria e Avetrana, oggi l’AQP, avendone evidentemente ricevuto mandato dalla Regione, accetti di prendere in esame tali ipotesi e le metta addirittura alla base di un proprio studio di fattibilità, è certamente un passo avanti di fondamentale importanza» è la tesi dei Verdi. «Così pure non si può non registrare con favore il mutato clima politico ai vertici della Regione Puglia, che mostrano per la prima volta di volersi confrontare con Amministrazioni locali e popolazioni, in una questione che riguarda la gestione del territorio, come da più parti richiesto al presidente Emiliano, anche da una delegazione di Verdi guidata da Gregorio Mariggiò. Come abbiamo sempre sostenuto, i processi si mettono in moto per volontà politica».
Poi i Verdi esprimono qualche perplessità.
«Ma la prudenza ci induce ad esprimere nulla più che un cauto ottimismo. Quello che abbiamo di fronte è uno studio di fattibilità, una ipotesi di lavoro, la cui realizzazione passa sotto le forche caudine di importanti modifiche legislative, a livello nazionale e regionale, attraverso una fase di progettazione definitiva e una serie di pesanti adempimenti burocratici. Ammesso che tutto proceda senza intoppi, di che tempi stiamo parlando?
Non vogliamo esprimere opinioni in merito alla soluzione prospettata, cosa che può avvenire solo in presenza di un progetto. In particolare vi è da valutare l’impatto ambientale di un impianto e di un sistema di smaltimento dei reflui comunque fortemente impattanti su un territorio a vocazione turistica, quali il sito di Urmo-Belsito e Masseria Marina. Si tratta di valutare se è giusto ed economicamente giustificabile destinare i terreni della Marina a questo scopo. Si tratta di verificare, attraverso una analisi del rapporto tra costi e benefici, in considerazione anche di quanto sopra accennato, se tempi e costi necessari alla modifica di questo progetto non rendano piuttosto conveniente procedere ad una nuova progettazione, che parta innanzi tutto da una misurazione più realistica del numero degli abitanti.
Insomma, siamo al primo passo di un percorso che si presenta ancora lungo. Ci auguriamo che possa compiere con lucidità e senza prevaricazioni».