sabato 30 novembre 2024


26/04/2016 17:16:58 - Manduria - Attualità

«Perché per gli scavi per la realizzazione della rete della banda larga non si eseguono saggi archeologici e, invece, per gli allacci delle nostre abitazioni alle reti idrica o fognante siamo costretti a farle eseguire a nostre spese?»

 
Sale la protesta di numerosi abitanti residenti nei quartieri “Sant’Antonio” e “Matera”, nonché del centro storico di Manduria. Protestano per la disparità di trattamento relativo alla realizzazione degli allacci alla rete idrica, fognante e del gas metano e la posa di tali condotte. Il motivo è riconducibile alla caratteristiche del sottosuolo manduriano, ricco, soprattutto in questi quartieri, di reperti della storia della città.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la realizzazione della rete della banda larga lungo la via per Lecce, che sta avendo luogo in questi giorni (documentata nelle foto). Metri e metri di scavo senza alcun controllo archeologico in un tratto in cui ci si imbatte nelle mura messapiche e in numerosissime tombe dal ricco corredo rinvenute non molto tempo fa.
I cittadini di quei quartieri nelle cui vie è alta la probabilità di imbattersi in resti archeologici durante gli scavi non tollerano l’uso di due pesi e di due misure. Per poter avere la possibilità di allacciarsi alla rete idrica, fognante o di gas metano, gli abitanti di queste strade sono costretti a pagare di tasca loro l’archeologo e la ditta di scavo archeologico. Quando poi, per le grandi opere si realizzano metri e metri di impianti e di sotto servizi in area archeologica, si assiste a controlli blandi.
«Perché noi dobbiamo pagare gli scavi mentre chi realizza le opere pubbliche se la deve cavare con pochi spiccioli? Intendiamoci, noi siamo manduriani e a noi la Manduria antica ci piace e ci piace che vengano scoperti i resti di questa antica civiltà che tanto lustro ci dà» precisano i residenti in queste zone. «Non capiamo, però, la disparità del trattamento. Noi non ci stiamo. La legge é uguale per tutti. Prima si facevano gli scavi archeologici, i tempi erano un po' lunghi, ma poi le opere pubbliche si realizzavano. Oggi, non si scava più come prima ma i tempi restano ugualmente lunghi.
Dai politici ci è sempre stato detto che nel quartiere di Sant’Antonio, soprattutto, l’archeologia impedisce che si faccia la rete idrica e fognante o di gas metano. A questa verità non crediamo più. Che il Comune trovi i soldi anche per gli scavi archeologici e ci dia i servizi di cui, da anni, paghiamo inutilmente gli oneri di urbanizzazione. In questo modo, una volta per tutte, cesserà questo stato di Terzo Mondo e Manduria avrà recuperato anche un bel pezzo della sua storia».











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