mercoledì 30 ottobre 2024


19/12/2018 08:54:14 - Manduria - Cultura

Il bel canto popolare, nonostante la sua semplicità, merita di essere inserito, a pieno titolo, nel ricco filone delle pastorali natalizie dell’Italia meridionale

   Come strenna natalizia, da offrire agli affezionati lettori di Manduria Oggi, segnalo la tradizionale ninna nanna raccolta, dalla viva voce di popolane di Manduria, dal noto studioso ed etnografo tarantino Alfredo Majorano nell’anno 1950 (*).

   La registrazione musicale può essere ascoltata su: www.internetculturale.it/, biblioteca digitale (voce: Manduria, registrazione sonora musicale, Majorano A. “Ninna nanna per Gesù Bambino”- il link per il collegamento è nelle note in calce).

   In questa sede, invece, riporto, oltre al testo, la trascrizione musicale (lo spartito) del canto natalizio, per la cui elaborazione mi sono avvalso della collaborazione e della pazienza di mio figlio (**).

   Il testo del canto, in dialetto mandurino, è composto da quattro strofe di quattro versi ciascuna.

   Segnalo, soprattutto, la prima conosciutissima strofa, che funge da incipit al canto, nella quale, in modo poetico ed ingenuo, si parla dell’evento della nascita del Bambino Gesù, il cui aspetto esteriore è descritto -secondo l’immaginazione popolare- come il ritratto della salute e della vitalità (“biancu e russu comu miliddu”).  

    Il testo della versione registrata dal Maiorano è il seguente (***):

 

   Ninna nanna, ninna nonna,

   è parturita la Matonna

   e jè fattu nu bellu piccinnu

   bianch’e russu comu miliddu.

 

    San Ciseppu li ccatta la fassa

    la Matonna lu pija e lu ‘nfassa

    e lu ‘nfassa finu finu

    quant’è bellu Gesù bambinu.

 

     E Gesù bambinu nasci

     cu tanta povertà,

     e no teni no pezzi e no fassi 

     e mancu fuecu pi riscaldà’

 

     San Ciseppu lu vicchiarellu

     jeni a corchiti a casa mia

     ca ti consu lu litticiellu

     a lu cammarinu ti l’anima mia

 

       In parte diverse, ed anche più lunghe, sono le altre versioni del canto popolare tramandate dalla tradizione orale o che sono state raccolte da altri autori locali.

    In molte figurano strofe intermedie ed, in alcune, anche un ritornello (“La ninna nanna ti voju cantari, la ninna nonna ti voju sunà”) intercalato ogni due strofe.

    Tra le strofe intermedie indico soprattutto la seguente: “Bambinieddu zzuccaratu/ uecchi rizzu e ‘nnamuratu/ quannu nascisti facisti l’amori/ e ti chiamara rrubbacori/ m’ha rrubbatu lu cori mia/ bambiniedu lu sposu mia” che, nei miei ricordi d’infanzia, seguiva le prime due. 

    E ancora: “Bambinieddu a mienzu casa/ la madonna lu ‘zzicca e lu asa/ San Ciseppu cu li uecchi t’amori/ lu ‘zzicca, lu asa e lu strenci allu cori”, posta prima dell’ultima. Quest’ultima strofa presenta talvolta una variante iniziale, più consona al contenuto del canto (che ha per protagonista il Bambino Gesù), che prevede come primo verso “Bambinieddu, bambinieddu” al posto di “San Ciseppu lu vicchiarellu”.

    Da notare che l’ingenuo appellativo di rubacuori rivolto al Bambinello figura nelle altre versioni salentine: (Bambineddu  zuccaratu / piccineddu nnamuratu / tu si natu pe’ l’amore / Bambineddu rrubbacore / me rrubbasti lu me cori) e finanche nel canto natalizio siciliano “Bamminieddu balla, balla” o “Bamminieddu picciriddu” (Bammineddu picciriddu/ lu me cori lu voli iddu/ iddu chianci ca lu voli/Bammineddu rubbacori).

 

   Per quanto riguarda l’aspetto musicale, il brano ha il caratteristico tempo di 6/8, con accenti sparsi variabili in relazione al testo. Dalla registrazione si può evincere la presenza, in aggiunta a quella principale, di una seconda voce, che, sostanzialmente, esegue il canto ad un intervallo di terza sopra.

    La trascrizione è la seguente:

 

  

     Il bel canto popolare, nonostante la sua semplicità, merita di essere inserito, a pieno titolo, nel ricco filone delle pastorali natalizie dell’Italia meridionale, filone mirabilmente inaugurato da Sant’Alfonso Maria de’ Liguori con il celeberrimo "Quanno nascette Ninno", noto anche come "Pastorale", scritto nel dicembre 1754 proprio in Puglia, a Deliceto, nel foggiano.

 

     Auguri vivissimi.

 

Giuseppe Pio Capogrosso

 

(*) Alfredo Majorano Nunziato (Taranto 22 Dicembre 1902 – Taranto 28 giugno 1984) è stato uno studioso di tradizioni popolari ed etnografo, oltre che autore teatrale. A lui è intitolato il Museo etnografico di Taranto, sito nella Città Vecchia, in Via Duomo, all’interno di  Palazzo Galeota.

 

(**) La trascrizione musicale del canto è stata eseguita nel 2014 da Antonio Ruggero Capogrosso, all’epoca studente, attualmente diplomato in pianoforte principale, al Conservatorio Statale di Musica “Nino Rota” di Monopoli (BA).

 

(***) La registrazione sonora del canto, eseguita nel 1950 a Manduria (TA) da Alfredo Maiorano, é tratta dal sito Internetculturale di proprietà dell'ICCU - Istituto Centrale per il Catalogo Unico.

LINK:http://www.internetculturale.it/jmms/iccuviewer/iccu.jsp?id=oai%3Awww.internetculturale.sbn.it%2FTeca%3A20%3ANT0000%3ATA0021_majorano_2_01&mode=all&teca=MagTeca+-+ICCU

 

 

(****) Nell’immagine in alto è riprodotto un santino-calendarietto fatto stampare dalla Chiesa Madre di Manduria – Parrocchia SS.Trinità per l’anno 1970 (Collezione privata).

 











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