mercoledì 30 ottobre 2024


31/12/2008 07:01:14 - Manduria - Attualità

E’ stato il primo centro in Italia a consegnare la terapia dopo qualche minuto dal prelievo di sangue dai capillari

 
E’ stato il primo centro in Puglia ad eseguire il prelievo del sangue dal dito al fine di prescrivere ai pazienti la adeguata terapia anticoagulante. Ed è stato il primo in Italia ad essere stato in grado di consegnare la terapia dopo 5 minuti dal prelievo.
Con soddisfazione, ieri sera, il dott. Cosimo Di Punzio, direttore della struttura complessa di Patologia Clinica del “Giannuzzi”, ha rimarcato i progressi organizzativi del proprio reparto, che offre ai propri assistiti servizi all’avanguardia nella prevenzione della trombosi.
«Ormai siamo in grado di consegnare ai nostri pazienti la terapia anticoagulante da seguire quando ancora stanno utilizzando il cotone per ripulire il buco del prelievo dalla goccia di sangue fuoriuscita» ha affermato il dott. Di Punzio nel corso di una assemblea in cui erano presenti diverse decine di pazienti in trattamento. «Il centro T.A.O. (Trattamento Anticoagulante Orale) è stata quasi una scommessa, che risale al 2003. Siamo partiti con pochi pazienti. Poi, nel 2004, siamo passati a 500 pazienti; nel 2005 abbiamo toccato quota 600; nel 2006 abbiamo raggiunto i 900 pazienti; nel 2007 i 1.200 pazienti. Infine, quest’anno, abbiamo raggiunto la soglia dei 1.500 pazienti, offrendo, nei mesi estivi, anche il servizio a tutti gli utenti in vacanza nella nostra zona».
Il 2008 è anche la data di avvio di un ambizioso progetto, finanziato dalla direzione generale della Asl jonica.
«Ricordo che, tempo fa, venne da noi un paziente di Firenze, il quale, alla nostra infermiera, fece presente come, nella sua città, il prelievo di sangue, per il controllo, avveniva dal capillare del dito o non dalla vena del braccio» ha continuato il dott. Di Punzio. «Ho compreso che, evidentemente, nella città toscana veniva attuato un servizio diverso dal nostro. Mi misi in contatto con la collega di Firenze e, poco tempo dopo, inviai un progetto alla nostra Asl per poter disporre anche noi della stessa tecnologia. Ricordo lo scetticismo di colleghi di altri ospedali. Invece, dopo una settimana, arrivò la telefonata da Taranto in cui si annunciava l’avvenuto finanziamento del progetto».
Da allora, la Struttura Complessa di Patologia Clinica dell’ospedale “Giannuzzi” di Manduria dispone di una nuova tecnologia che utilizza, appunto, sangue capillare (solo una goccia di sangue dal dito) e un coagulometro rapido, che in circa un minuto effettua il test INR. Grazie ad uno specifico software, il risultato del test viene inviato, in tempo reale, al computer, che gestisce la terapia anticoagulante. In questo modo, dopo pochi minuti viene consegnato lo schema terapeutico all’utente.
«Il nuovo software, in un prossimo futuro, sarà utilizzato per inviare a casa dell’utente lo schema terapeutico via fax, mai o sms» ha annunciato il dott. Di Punzio. «Prima di utilizzare questa tecnologia era necessario effettuare un prelievo venoso ed inviarlo al laboratorio analisi per l’esecuzione del test INR. Dal momento del prelievo al risultato si impiegava circa un’ora. I risultati degli INR venivano comunicati al Centro TAO, che doveva preparare gli schemi terapeutici degli utenti: mediamente passavano circa 3 ore dal prelievo. Inoltre occorreva anche confrontarsi con i problemi di accesso venoso che molti dei nostri pazienti avevano, a causa dei frequenti prelievi effettuati per controllare il valore dell’INR».
Facilmente intuibili i vantaggi di questa nuova tecnologia.
«Permette la riduzione dei tempi di attesa dell’utente, una migliore soddisfazione dell’utente, che evita il prelievo venoso, nonché la riduzione dei carichi di lavoro del laboratorio».
Il dott. Di Punzio, dopo aver ricordato l’interessamento del sindaco Francesco Massaro (coinvolto attraverso l’impegno del suo collaboratore di struttura, Ettore Maniglia), il quale ha incontrato, tempo fa, due volte l’allora direttore Urago per ottenere la deliberazione del versamento da parte della Asl della quota associativa alla F.C.S.A. (Federazione Centri per la diagnosi della trombosi e la Sorveglianza delle terapie Antitrombotiche), ha auspicato l’introduzione, anche per gli anticoagulanti, delle macchinette in grado di eseguire, a casa, il test del Pt.
«Per i diabetici, il controllo a casa dei valori è già una realtà. Io vorrei che questo risultato fosse raggiunto anche per i pazienti anticoagulanti. Le macchine in questione sono in commercio: il loro costo è di circa 600 euro. Sono convinto che se stipulasse una convenzione, prevedendo il loro acquisto a circa un milione e mezzo, forse due milioni, di pazienti, il loro prezzo crollerebbe a non oltre 150-200 euro. Costo, insomma, accessibile a tutti. In quella maniera, i valori dei test, che i pazienti eseguirebbero a casa, sarebbero trasmessi in rete alla nostra Struttura Complessa, che poi invierebbe la terapia, sempre in rete. Servirebbero solo due controlli all’anno in ospedale. Ciò libererebbe gli utenti dalla schiavitù della dipendenza del test in ospedale ogni settimana».
L’incontro è stato moderato da Michele Scarciglia. Ha introdotto i lavori la presidente A.I.P.A. di Manduria, Anna Maria Di Giacomo. Erano presenti anche la dott.ssa Lucia Scarciglia, che affianca il dott. Di Punzio nella struttura complessa, e la precedente presidente dell’A.I.P.A. di Manduria, la signora Molendini, la quale ha ricevuto un omaggio floreale.










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