La protesta del centrodestra: «Si al depuratore, no allo scarico a mare». Vendola: «Sono d’accordo»
«Quella della Fiera Pessima è una idea ottima. Ma non deve restare solo una espressione di folclore e di orgoglio della città di Manduria. Questa rassegna ha 270 anni, un tempo, insomma, più che sufficiente per la fase dell’infanzia. Ora deve decidere se restare sempre bambina, oppure se vuole diventare adulta».
Il governatore della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha spronato la città di Manduria a lavorare per una svolta della Fiera Pessima.
«Io sono sempre stato contrario alle privatizzazioni» ha affermato Vendola nel corso del convegno inaugurale della rassegna fieristica mandurina. «Però, per il sistema fieristico credo sia opportuno la privatizzazione della gestione. Mettiamo da parte la pigrizia e il provincialismo e guardiamo al futuro».
La prima parte dell’intervento di Nichi Vendola dopo il taglio del nastro dell’edizione 2010 della Fiera Pessima è stata invece dedicata ad una analisi sulla situazione economica locale.
«La globalizzazione ha portato non poche storture» ha affermato il governatore pugliese. «A pagarne sono stati soprattutto i consumatori. Qualche esempio. Il consumatore deve avere la certezza di riconoscere l’origine del proprio prodotto. Invece, molto spesso, anche la tracciabilità del prodotto viene aggirata: sulle etichette si legge che, ad esempio, l’olio è italiano, invece si tratta di olive prodotte in chissà quale nazione. C’è poi un altro aspetto che penalizza sia il produttore, che annaspa, che il consumatore, sempre più tartassato. Da una parte, infatti, le produzioni sono più costose di quanto il produttore intasca dalla vendita. Dall’altra, quando il consumatore acquista alla bancarella il prodotto, i costi sono salati. Dalla fase della produzione a quella della vendita, quindi, c’è l’area grigia dell’intermediazione parassitaria, che si arricchisce».
Non è mancata, neppure, la stilettata polemica.
«Gli schieramenti politici dovrebbero abbandonare il tavolo del ping pong delle polemiche» ha affermato Vendola chiamando direttamente in causa l’on. Pietro Franzoso, presente fra il pubblico. «Tutti insieme dovremmo difendere la nostra agricoltura. Anche quando accade che la Puglia invia una richiesta di riconoscimento dello stato di crisi identica a quella della Sicilia. Ma quella pugliese viene bocciata, mentre quella della Sicilia viene approvata. Il ministro Zaia vede dirci se questo è un dispetto che ha voluto fare alla Puglia».
Prima della fine del suo intervento, un folto gruppo di attivisti di centrodestra di Manduria hanno alzato dei volantini in cui vi era scritto: «Si al depuratore, no allo scarico a mare».
Vendola ha letto e, poi, si è limitato ad una frase di condivisione.
«Si al depuratore, no allo scarico a mare? Sono d’accordo con voi».
Però il progetto del depuratore consortile di Manduria e Sava, approvato e finanziato dalla Regione, prevede lo scarico a mare, peraltro con acque depurate con i criteri della Tabella 1, ovvero le meno raffinate.
Al dibattito inaugurale sono intervenuti anche mons. Franco Dinoi, arciprete di Manduria, il commissario straordinario del Comune di Manduria, Giovanni D’Onofrio, l’assessore provinciale al Turismo di Lecce, Francesco Pacella, e il presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido.