Diario di bordo di una giornata particolare. Nel prossimo numero di Liberamente, speciale sul corteo sacro, con foto e storia della processione
Arriva alle 15,30 in punto nella Piazzetta della Pietà, preannunciato dall’ultimo colpo ti li cognuri, il lungo corteo processionale che da Bevagna ha condotto l’effige di San Pietro a Manduria. Qui riceve gli onori ed il saluto delle autorità civili, militari e religiose e, sempre qui, viene accolto con commozione dai tanti fedeli assiepati per le strade tragitto del pellegrinaggio, sublimando al grido di “Viva San Pietro” i pensieri più intimi, le intenzioni così fortemente meditate, le preghiere per affidare parenti ed amici alla grazia del principe degli apostoli, accolto come uno di famiglia, atteso per anni, nove per la precisione, mentre da ogni dove accorrono spinti dall’ansia gli ultimi ritardatari avvisati dal passaparola dei vicini per tributargli un personale saluto.
Da un balcone il colpo d’occhio è spettacolare; tradizione rispettata in tutto e per tutto: il contratto, che fissa il periodo di permanenza del santo nel nostro comune, di ritorno nel suo santuario per il 22 marzo con la stessa solennità, gli anni che devono passare tra una processione e l’altra a partire dal 2010, cinque, i tronchi che scortano il baldacchino che ospita il ritratto del santo scelto da Cristo per fondare la sua chiesa, disposti ai due lati del corteo, arricchiti con i fiori primaverili, nastri e figure di santi, lu cuccu, gli altarini, artigianali, forse sin troppo nella fattezza, ma roventi di fede, i canti antichi e la preghiere in dialetto a San Pietro che raccoglie la corale devozione dei manduriani verso il loro santo, le associazioni, i superstiti delle confraternite, gli scout, i carabinieri, la polizia, i vigili urbani, la protezione civile, tutti rigorosamente in alta uniforme, un’ambulanza.
Sconfigge le malattie e gli acciacchi il popolo di San Pietro, che per un giorno dimentica qualsiasi zavorra fisica per seguire passo dopo passo il suo ospite..., per San Pietro, in fondo ne vale la pena! Un’analisi sociologica a tuttotondo che pone in cammino tutte le generazioni, gomito a gomito. Cantano, pregano si affaticano le membra delle giovani madri con i figli ancora in fasce nelle carrozzine, insieme a quelle degli anziani aggrappati ad una stampella, al braccio di un pellegrino incontrato per caso, in contrasto con il vigore dei giovanissimi grati all'apostolo per la grazia di un'assenza più o meno giustificata a scuola visto l'evento eccezionale , amnistia generale data a grandi e piccini, formato famiglia e per single impenitenti e finanche ai defunti. Commuove al suo passare la testimonianza di tanti figli, maschi o femmine che siano, al seguito del corteo con indosso la mozzetta di un genitore ormai assente: il saperlo accanto in un momento particolare accorcia la distanza, ne rinnova il ricordo e la presenza.
Sconfigge le malattie e gli acciacchi il popolo di San Pietro, che per un giorno dimentica qualsiasi zavorra fisica per seguire passo dopo passo il suo ospite..., per San Pietro, in fondo ne vale la pena! Un’analisi sociologica a tuttotondo che pone in cammino tutte le generazioni, gomito a gomito. Cantano, pregano si affaticano le membra delle giovani madri con i figli ancora in fasce nelle carrozzine, insieme a quelle degli anziani aggrappati ad una stampella, al braccio di un pellegrino incontrato per caso, in contrasto con il vigore dei giovanissimi grati all'apostolo per la grazia di un'assenza più o meno giustificata a scuola visto l'evento eccezionale , amnistia generale data a grandi e piccini, formato famiglia e per single impenitenti e finanche ai defunti. Commuove al suo passare la testimonianza di tanti figli, maschi o femmine che siano, al seguito del corteo con indosso la mozzetta di un genitore ormai assente: il saperlo accanto in un momento particolare accorcia la distanza, ne rinnova il ricordo e la presenza.
Significativo l’incontro di San Pietro nella chiesetta dedicata all’Immacolata; una breve sosta, un solenne incontro tra la Madonna e l’intera comunità dei fedeli che la invocano regina e madre con la voce ormai rauca, a tratti gracchiante, per l’incessante preghiera, spenta, ma decisa e ferma, proprio come l’ultima spremuta di forze offerte alla Madonna che rivede la luce dopo nove anni.
Volti stanchi ma soddisfatti che sfilano sotto un cielo grigio e penitenziale, filo rosso di una giornata di Quaresima da colore viola, da maxima culpa, atto penitenziale minacciato da un sempre più imminente acquazzone che altera, almeno per questa edizione, il significato originario della processione arborea, illuminata da un pallido fratello sole al suo ingresso, oscurata dal grigiore di uno sfondo spazio temporale che domina ai piedi della Santa Vergine nel finire.
Tuonano le parole di congedo di mons. Franco Dinoi, proferite con vigore dinnanzi agli occhi addolorati di Maria: “.... Alzati e cammina Manduria! Liberati delle tue zavorre, supera le tue divisioni, soffoca la maldicenza, reagisci all’immobilismo che ti impedisce di essere propositiva, accogli Pietro che è Cristo stesso, scelto per fondare la chiesa, non puntare il dito contro tanti sacerdoti bersagliati dalla critica, rinnega la tua indifferenza, abbatti le tue barriere, rendi testimonianza ai tuoi giovani numerosi per le strade speranza del futuro.... “.
Il segno del tempo che passa anche sul pellegrinaggio nelle parole dei protagonisti. Resta immutato il suo fascino, indiscusso il suo significato, profondo il suo senso, autentica la testimonianza ma probabile il pericolo che tutto si perda, ai danni di una parte di quella storia locale in cui la fede, in altri tempi, determinava i ritmi, gli stili ed i valori della vita.
Essenziale questa processione per innestare nelle nuove generazioni le gemme di un futuro da preservare in cui sopravviva non solo il suo ricordo, in tal senso raccolto dalle tante emittenti presenti, ma lo spirito stesso di una generazione che oggi si è vista
rappresentata, riscoperta, rinnovata, vissuta, ascoltata, accontentata, tanto che la tradizione ha saputo anche per questo coniugarsi alla modernità, catturando nella memoria del telefonino ogni attimo di un evento destinato a riempire la nostalgia dei giorni che mancano, forse sapendo, nel profondo, che per tanti non ci sarebbe stata una prova d’appello o un diritto di replica.
rappresentata, riscoperta, rinnovata, vissuta, ascoltata, accontentata, tanto che la tradizione ha saputo anche per questo coniugarsi alla modernità, catturando nella memoria del telefonino ogni attimo di un evento destinato a riempire la nostalgia dei giorni che mancano, forse sapendo, nel profondo, che per tanti non ci sarebbe stata una prova d’appello o un diritto di replica.
Lo scrivente, che ha registrato il prima ed il dopo di un vissuto rinnovato nella fede per San Pietro, che si è confrontato sul campo con l’emozione autentica talvolta estranea ai contenuti delle fonti scritte, si congeda dai protagonisti ringraziandoli della fiducia dimostrata, del tempo dedicato. E pensando di interpretare ogni loro pensiero e le intenzioni della redazione di Manduria Oggi, non può estraniarsi dal corale Bentornato San Pietro!
Mimmo Palummieri