mercoledì 30 ottobre 2024


17/03/2010 21:37:43 - Manduria - Attualità

Caro papà: una zeppola ed una festa in chiesa

Poveri papà! Destinati a vivere all’ombra di un pancione da subito, a soddisfare voglie da fantascienza, a sgomitare ai primi vagiti con la concorrenza, a trasformare in un pozzo di San Patrizio il portafoglio, naturale evoluzione della lampada di Aladino per mogli sanguisuga, patrocinate da 
avvocatesse vampire e femministe che tra le clienti e la loro parcella frappongono pargoli da tutelare! “E io pago”,  disse Totò, anzi paga papà, ripetono le teneri creature, che nel frattempo è divenuto il parafulmine di una società falsamente creduta  maschilista...
Ma quando mai:  il mondo è delle donne e delle suocere  pronte al momento opportuno a tirare fuori l’asso da giocare formato “te lo avevo detto io”?
Ben venga dunque una festa dedicata ai papà; 110 anni di candeline e ben portati, forse bisognosi di qualche ritocco da chirurgia estetica visti i tempi che corrono. All’origine di questa ricorrenza il desiderio di una ragazza americana di ricordare al meglio il proprio genitore, importata anche in Italia con tanto di pedigree da ortodossia cattolica, che legò quel profano impeto di amore per il papà ad una tradizione religiosa da hip hip urrà per il padre putativo di Gesù, San Giuseppe, simbolo nostrano di protezione paterna per eccellenza. Perciò se da un lato crescono i padri-mamme, in confidenza con pappine e pannolini e pronti a sfrecciare sulle carrozzine per il loro bebè, dall’altro aumentano le vittime da separazione compulsiva, ridotte allo stato di clochard nelle aule dei tribunali, muro del pianto per donzelle che gridano “è diverso dall'uomo che ho incontrato”. Galleria di casi e di ritratti umani altalenanti tra soggetti cinematografici da ridere alla Arnold Schwarzenegger e Danny De Vito in Junior e Senti chi parla da Travolta & company, a quelli decisamente crudi della cronaca nera da infanticidio, ultimo atto di un tira e molla da colpi di scena.
E mentre lo zeitgeist targato terzo millennio rinnova la pedagogia dei rapporti genitori figli, aumentano gli affari di famiglia lavati in piazza nei talk show in cui figli incattiviti dal brainstorming  delle madri, rivendicano un rapporto con i padri scaduti come i medicinali e rimossi dalle pagine degli
album di fotografie. Padri  dunque: alla riscossa! Forse lontani da società patriarcali di altri tempi, da harem dalle mille ed una notte popolati da mogli a gò gò, invidia da sogno erotico, da culture in cui perfetto è meglio specie se senza prole e, magari alla ricerca di una più equilibrata identità a passo
con i tempi tutelata da leggi meno a misura di donna. Godetevi dunque la festa padri di tutto il mondo, mentre noi ci lasciamo  sedurre da una zeppola o da una qualche tavolata di San Giuseppe in cui sacro e profano osannano il sesso forte.
Auguri!

Mimmo Palummieri










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