Smacco a Vendola: ora la decisione definitiva spetterà alla nuova giunta regionale
Stop al progetto per il depuratore consortile proprio alla vigilia delle Regionali.
Il Tar di Lecce, accogliendo il ricorso che produsse il Comune di Manduria, ha, di fatto, fermato l'iter procedurale dei lavori, che prevedeva la cantierizzazione dell'opera fra una trentina di giorni.
Alla base del dissenso manifestato dall'intero Consiglio Comunale della scorsa legislatura la decisione di scaricare le acque del depuratore a circa un chilometro dalla riva dello Jonio, in località Specchiarica, peraltro con i reflui raffinati secondo i parametri della Tabella 1, ovvero i meno trattati della scala e, di conseguenza, i più inquinanti. Decisione che è stata impugnata, per ben due volte, anche dal Comune di Avetrana e dall'Unione dei Comuni “Terre del Sole e del Mare”, di cui fanno parte altri comuni che si affacciano sullo Jonio.
Il Comune di Manduria si è appigliato ad alcuni vizi procedurali. Fra questi, la violazione della legge regionale numero 11 del 2001, in quanto non è stato acquisito il parere della Provincia di Taranto, nonché quello dei Comuni interessati in ordine alle integrazioni progettuali fornite dalla società proponente a seguito del disposto approfondimento istruttorio, ossia sulle ipotesi avanzate dalla Regione.
Ed in effetti, nella sentenza si legge che “la disposizione prevede in particolare che sul progetto presentato debbano esprimersi sia la Provincia, sia i Comuni interessati. In particolare, non emerge agli atti che la Provincia di Taranto (territorialmente competente), sia mai stata coinvolta in fase consultiva. Né risulta che, a seguito degli approfondimenti istruttori richiesti dal Comitato VIA (e riguardanti in particolare le modalità di scarico dell'impianto e la conseguente valutazione degli impianti ambientali dallo stesso ingenerati), i comuni in questione, e nella specie quello di Manduria, siano stati ulteriormente interessati a seguito della integrazione progettuale (concernente in particolare le tre suddette ipotesi di scarico a mare), successivamente formulata dalla società proponente. Ne deriva, da quanto detto, l'accoglimento dello specifico motivo di ricorso”.
Il Tar, inoltre, “rammenta, in via preliminare, che gli uffici regionali, con nota del 3 marzo 2009, avevano riscontrato notevoli carenze progettuali, con particolare riferimento allo scarico dei reflui ed al loro impatto sull'ambiente marino, ordinando di conseguenza alla società proponente un supplemento istruttorio. Tale adempimento è stato poi riscontrato dalla suddetta società con la formulazione delle tre scelte relative alla diversa lunghezza e profondità della condotta di scarico, ossia del recapito finale dell'impianto di depurazione”.
Ora si spera che il progetto possa essere momentaneamente congelato, in attesa di nuove determinazioni del Consiglio Regionale che andrà ad insediarsi nei prossimi giorni, che tengano conto del parere delle popolazioni interessate.