mercoledì 30 ottobre 2024


09/04/2010 09:39:33 - Manduria - Attualità

Ma il generale manduriano Bruno Stano è stato già assolto dalla Corte Militare d’Appello

 
Il ministro Ignazio La Russa ha deciso di non avvalersi della facoltà, concessa al titolare della Difesa da una legge recente, di impedire la prosecuzione dei processi penali in atto, avviati dalla magistratura militare, nel caso del colonnello Georg De Pauli e dei generali Vincenzo Lops e Bruno Stano interessati da procedimenti per possibili responsabilità colpose connesse all’attentato di Nassiriya del 12 novembre 2003.
Ad annunciarlo è stato lo stesso ministro in una conferenza stampa alla Camera, in cui ha spiegato di aver “mandato una lettera a tutti i familiari delle vittime e ai feriti, cercando di avere delle indicazioni anche riguardo alla situazione dei risarcimenti avuti”.
“Tutti -ha detto La Russa- mi hanno confermato che hanno avuto risarcimenti, anche se alcuni di loro aspirano a ulteriori risarcimenti. Mi sono trovato nella solitaria condizione -ha proseguito il ministro- di dover prendere una decisione fondata su due elementi: il fatto che non si ripeterà più una circostanza come questa, in cui il ministro interverrà a processo in corso, dato che normalmente a regime si dirà si avvii o meno l’azione penale, e soprattutto perchè voglio essere rispettoso verso tutti”.
“La prima cosa di cui il ministro della Difesa deve tener conto -ha scandito La Russa- è il rispetto dei caduti, dei feriti e dei loro familiari, evitando che vi sia ogni tipo di strumentalizzazione o polemiche su una decisione piuttosto che su un’altra. Io sono ministro della Difesa, è nulla mi è più caro dell’onore di tutte le Forze Armate”. La Russa ha quindi concesso “l’autorizzazione a proseguire” l’iter processuale in corso, non mancando però di ribadire “piena fiducia nella giustizia militare”.
 
In realtà, però, i due generali hanno già "incartato" un'assoluzione in appello per tutte le imputazioni e il loro processo pende sì in Cassazione ma per i soli aspetti civilistici.
 
I PROCESSI: GIA' ASSOLTI IN APPELLO I DUE GENERALI DELL'ESERCITO, PROCESSO IN CORSO PER IL COLONNELLO DEI CC
I tre alti ufficiali italiani sono stati accusati di non aver adottato le misure necessarie alla difesa di base Maestrale, a Nassiriya (in Iraq), il quartier generale dei carabinieri devastato dall’attentato suicida del 12 novembre 2003 nel quale morirono 19 italiani (12 militari dell’Arma, 5 dell’Esercito e due civili) e almeno 9 cittadini iracheni.
 
Il 20 dicembre del 2008, il giudice per l’udienza preliminare del tribunale militare di Roma aveva condannato con il giudizio abbreviato il generale dell’Esercito Bruno Stano a due anni di reclusione. Assolto l’altro generale imputato - anche lui dell’Esercito, Vincenzo Lops, «perché il fatto non sussiste» e rinviato a giudizio il colonnello dell’Arma Georg Di Pauli (che ha scelto il rito ordinario), all’epoca dei fatti comandante del reggimento carabinieri che aveva una delle sue sedi a Base Maestrale.
 
Lops e Stano si erano avvicendati al comando del contingente italiano a Nassiriya. Il generale Stano, 54 anni, è originario di Manduria, all’epoca comandava la Brigata Sassari. Il generale di Divisione Lops, 56 anni, è originario di Corato (Bari), e durante la missione in Iraq era comandante della Brigata Garibaldi.
 
Al generale Stano concessi i benefici della sospensione condizionale della pena e della non menzione della condanna nel certificato del casellario giudiziale. Il giudice ha inoltre condannato il generale al risarcimento del danno alle parti civili rimettendo le parti davanti al giudice civile. Dopo la condanna, pronunciata dal giudice del tribunale militare Giorgio Rolando, la difesa del generale dell’Esercito Bruno Stano (54 anni, di Manduria, in provincia di Taranto) ha impugnato la sentenza. E fecero bene. Infatti, il 24 novembre dell'anno scorso, Stano è stato assolto dalla Corte militare d’appello. Assoluzione confermata anche per il generale Lops (già prosciolto dal gup). A bocca asciutta il pm che aveva chiesto la condanna di Stano ad un anno e sei mesi di reclusione e di Lops ad un anno e quattro mesi.
 
C'è da dire che entrambi gli ufficiali avevano scelto il rito abbreviato mentre invece per il terzo imputato, il colonnello dei carabinieri Georg Di Pauli, è invece in corso il processo con il rito ordinario.
 
LA STRAGE
Fu effettuata con un camion bomba guidato da due kamikaze, imbottito con 3500 di esplosivo. Le vittime furono 12 carabinieri della Msu (Enzo Fregosi, Giovanni Cavallaro, Alfonso Trincone, Alfio Ragazzi, Massimiliano Bruno, Daniele Ghione, Filippo Merlino, Giuseppe Coletta, Ivan Ghitti, Domenico Intravaia, Horatio Maiorana, Andrea Filippa); cinque uomini dell’Esercito (Massimo Ficuciello, Silvio Olla, Emanuele Ferraro, Alessandro Carrisi e Pietro Petrucci); due civili, il regista Stefano Rolla, che stava facendo un sopralluogo per un film sulle missioni di pace e l’operatore della cooperazione internazionale Marco Beci.
 
Nell’atto di accusa contro gli ufficiali, è stata contestata la negligenza riguardo alla necessità di innalzare le misure di protezione passiva delle basi in questione, in modo da adeguarle alle notizie, sempre più crescenti, dettagliate e diffuse, di un "rischio concreto di attentati". Gli imputati hanno però sempre rivendicato la correttezza del loro operato, sostenendo che tutto quello che si poteva fare era stato fatto e che nessun allarme è mai stato sottovalutato.










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