mercoledì 30 ottobre 2024


25/04/2010 09:00:07 - Manduria - Attualità

Una data importante: il 25 aprile

L’Italia si ferma e ricorda il 25 Aprile, anche se la coincidenza con la domenica sottrae un giorno di festa in più agli studenti, molti dei quali che ricordano questa data, probabilmente, solo per questo.
Piazze e monumenti alla storia fasciati di tricolore e alloro, tra cortei solenni e parate militari, bei discorsi ed impegni ad imperitura memoria, gloria effimera di partiti dalle diverse coloriture politiche ben lontane da quegli ideali che hanno fatto del periodo
compreso tra l’8 settembre ‘43 e il 25 Aprile ‘45 il baluardo delle Resistenza al malgoverno nazista.
Partigiani perseguitati, ma convinti, fronte comune di un altrettanto modo comune di intendere la libertà, lasciarono da parte ideologie da partito per dire no al terrore di Hitler e compagni, per ritornare ad avere voce in capitolo a casa propria. Da quel momento in poi l’Italia ripudierà la guerra, lo recitava ieri come oggi l’art. 11, ma non prima di aver svelato al mondo gli orrori del nazismo e non senza aver ricordato che in quel frangente della storia l’Italia era fatta ed anche gli Italiani. Ma solo per poco, poiché i fotogrammi degli avvenimenti che  riempiono gli spazi dei libri di scuola, ed i neuroni del nostro cervello mostrano una virata delle dinastie dei vari governi dalla Costituzione, sempre più divenuta sin troppo a portata di mano di leader politici che spacciano per comuni bisogni molto, tanto e troppo personali, falsamente improntati alla principale fonte del nostro diritto.
Di quel secondo Risorgimento Italiano, significante e significato di valori appartenenti a dimensioni altre, rimane ben poco oggi, se ci limitiamo a guardare gli interessi di partito che avvelenano la nostra esistenza in cui si sommano le vicende scabrose di un pubblico, esplosione di un privato da leccarsi i baffi per tabloid a buon mercato, a quelle di ruberie, furbizie e fallimenti di ogni genere, metastasi di un modo libertino di intendere la gestione della cosa pubblica. 
Che ne è stato del coraggio di tanti prodi partigiani? Che fine ha fatto quella sana bramosia della libertà costata sangue e che nel sangue ha battezzato e scritto le pagine più importanti della nostra storia nazionale?
Dove cercare l'identikit di un leader d’altri tempi che ancora si ricorda ed il cui pensiero rimane immutato per modernità, riflesso sociale e rigore politico, tanto da diventare oggetto di riflessione nei temi della maturità, unica occasione per rispolverarlo?
La speranza nelle nuove leve ci sostiene ancora, affinché prendano coscienza che non ci può essere futuro senza un passato, e che come i valori più nobili, non è mai passato del tutto. Forse se interrogato sul serio è ancora capace di insegnare molto a tanti.

Mimmo Palummieri










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