Carpita ha deciso di impegnarsi a raccontare ai ragazzi nelle scuole la storia del padre e insieme a Libera si è posto l’obiettivo di costruire un diritto vero e proprio al ricordo delle vittime delle mafie, troppo spesso dimenticate
Nei giorni scorsi le classi seconde e terze della scuola secondaria di primo grado dell’istituto comprensivo Don Bosco hanno incontratola signora Simona Carpita, figlia di Piero, vittima innocente della criminalità mafiosa.
L’incontro, voluto dal dirigente scolastico Roberto Cennoma, è stato organizzato con la collaborazione dell’associazione “Libera”, presidio “Emanuele Basile” di Manduria.
La triste storia di Piero Carpita, un portinaio di Bresso ucciso per caso in un agguato di mafia, ha colpito l’animo dei ragazzi grazie alla determinazione ed alla sensibilità con cui è stata raccontata dalla figlia, convinta che non esistono vittime di mafia di serie a e di serie b e che la vita di un magistrato non vale più o meno di un’altra. Così Simona Carpita ha deciso di impegnarsi a raccontare ai ragazzi nelle scuole la storia del padre e insieme a Libera si è posto l’obiettivo di costruire un diritto vero e proprio al ricordo delle vittime delle mafie, troppo spesso dimenticate.
Questo suo contributo alla memoria è uno dei più incisivi strumenti di contrasto alle mafie, capace di mettere insieme le tante singole storie per costruirne una unica, collettiva.
Simona ha anche sottolineato l’importante ruolo della scuola, dove i ragazzi devono acquisire la convinzione e la speranza che tutti insieme possiamo fare qualcosa per migliorare la nostra società, per renderla più vivibile e più giusta.
Gli alunni partecipanti, coadiuvati dai loro insegnanti, si sono preparati all’incontro con attività volte all'approfondimento del concetto di legalità e soprattutto al ricordo delle vittime della criminalità e attraverso espressioni artistiche sono riusciti ad accostarsi a questi temi complessi e a conoscere chi ha lottato contro la mafia. Con diversi momenti di condivisione e di commozione gli alunni si sono impegnati nello sviluppo di riflessioni, hanno realizzato cartelloni, canti, video e slogan sul tema della legalità, il loro modo di contribuire a cambiare il mondo.