L’autore attinge ai propri ricordi, rivelandosi prezioso custode di racconti, aneddoti e tradizioni con cui il padre nutriva la sua curiosità di bambino prima e di adolescente poi. Curiosità che è divenuta nel tempo amore sconfinato per una terra
Un «“filo di Arianna” che collega varie vicende storiche, leggende e racconti folkloristici»: questa la definizione che l’autore dà del suo libro ‘Manduria Fantastica’.
A dire il vero il libro, opera prima di Pietro Daversa, di fili ne contiene più di uno e questi, sapientemente intrecciati, danno vita a un tessuto pregiato, di valore inestimabile, la memoria storica del nostro territorio.
Per fare questo, l’autore attinge ai propri ricordi, rivelandosi prezioso custode di racconti, aneddoti e tradizioni con cui il padre nutriva la sua curiosità di bambino prima e di adolescente poi. Curiosità che è divenuta nel tempo amore sconfinato per una terra, portatrice sana di storie ataviche dimenticate eppure latenti in un orizzonte che talvolta aspetta solo di essere riattivato. È ciò che ha fatto Pietro Daversa con il potere della scrittura e il piacere della lettura nel suo ‘volumetto’ che — come egli afferma — «dovrebbe essere letto da tutti, a cominciare dai manduriani».
L’originalità della storia comincia già nella circostanza che porta a Manduria in vacanza i coniugi Franchini insieme ai loro figli Laura, Andrea e Luca: «È accaduto tutto puntando un dito su una carta geograf…, ops, direi piuttosto una mappa» — dirà Laura nel corso della vacanza. La simpatica famiglia parte dal nord Italia per una vacanza salentina con un ‘topos’ turistico nel cuore, ‘Lu Sule, lu Mare, lu Jentu’ (il Sole, il Mare, il Vento). Ben presto però, i tre ragazzi Franchini saranno costretti ad ampliare i propri orizzonti, quando grazie a una guida d’eccezione, vivranno avventure fantastiche in compagnia di personaggi fantastici in una Manduria fantastica.
A proposito della guida: «I loro sguardi per qualche secondo si incontrano, lo sguardo di lei è di sgomento, quello di lui tra la sfida e lo scherno» (p. 20). È questo il primo incontro di Laura con il ‘Lauru’, il simpatico e dispettoso folletto del folklore salentino. Sarà lui a guidare i tre ragazzi sul territorio e a far conoscere loro uno spaccato di storia e di epos manduriani, attraverso la rievocazione di vari episodi, anzi li porterà «praticamente nella storia»: il naufragio della nave con i sarcofagi dei re e l’arrivo di Pietro sulle coste di Bevagna; l’incontro di Pietro con il re Fellone che viene battezzato nelle acque del fiume Chidro; l’antica Salina Monaci, «una distesa di sale bianchissimo, pronto per essere raccolto» (p. 38). Con la ‘Profezia di Re Archidamo’ si apre un nuovo scenario nella narrazione denso di curiosità e mistero. Una vera e propria missione epica attende i tre ragazzi. Una preziosa pergamena, una principessa in pericolo di vita, una sacerdotessa del tempio, tre orribili demoni, un pozzo magico: gli elementi ci sono tutti. Riusciranno i fratelli Franchini a salvare la principessa recuperando il preziosissimo scrigno contenente la pergamena con il responso sibillino circa la sorte delle guerre tra Taras e Messapi, rubato dai Demoni e da questi custodito all’interno del Monte dei Diavoli? Buona lettura!