Singolare e indubbiamente poco conosciuto, l’“Inno a San Gregorio Magno”, stampato in occasione della Festa Patronale del 3 settembre 1922. Autore del testo fu l’arciprete Leonardo Quero
In occasione dell’imminente celebrazione in onore del Santo Patrono di Manduria, ci piace condividere «alcune curiosità di storia minore cittadina» ad esso relative, contenute nel libro di E. Dimitri, “Manduria. Note di storia, tradizioni, cronaca cittadina e curiosità”, Barbieri Selvaggi 2013, da cui è tratta la citazione (p. 53).
Sfogliando il capitolo “San Gregorio Magno e Manduria” (pp. 53-59), veniamo a conoscenza, fra le altre cose, di una stampa litografica raffigurante la statua di San Gregorio mentre, processionalmente, entra nella città dall’Arco di Sant’Angelo, sullo sfondo la chiesa di San Michele Arcangelo con l’attiguo convento.
La stampa, disegnata e incisa da G. Sorace e stampata in Napoli dalla litografia Sorace nel 1866, reca in basso la scritta “S. GREGORIO MAGNO / Protettore di Manduria / Nella occasione del cholera del 1865 / A devozione di Saverio di Maggio ” (Si tratta del colera che imperversò su Manduria nel 1865, causando oltre 400 vittime: i devoti, per liberare la città dal morbo, si rivolsero a san Gregorio, già protagonista di un episodio miracoloso che pose fine alla peste di Roma nel 589 d.C.). La statua raffigurata nella stampa è quella lignea (conservata nella Chiesa Matrice di Manduria, all’interno del Cappellone di San Gregorio, attualmente non fruibile essendo la chiesa oggetto di lavori), eseguita nel 1786 dai fratelli Gennaro e Michele Trillocco, rinomati artisti napoletani, su disegno del celebre scultore Giuseppe Sammartino,
Singolare e indubbiamente poco conosciuto, l’“Inno a San Gregorio Magno”, stampato in occasione della Festa Patronale del 3 settembre 1922. Autore del testo fu l’arciprete Leonardo Quero, successore di don Salvatore Greco, venuto a mancare il 1° gennaio 1922.
L’inno fu musicato dal maestro Adolfo Bonelli, campano di nascita, ma trasferitosi a Manduria, dove nel 1895 sposò Bianca Dimitri. Sotto la direzione del maestro Bonelli, la Banda Musicale cittadina divenne tra le più richieste e apprezzate dell’intera regione.
Di seguito la trascrizione dell’ Inno, datato 7 agosto 1922, a firma “Prof. Leonardo Quero Arciprete di Manduria”.
Dolce, solenne un cantico / Di puro ardente affetto / S’innalzi oggi dal petto / Al Santo protettor! / Salve, sublime genio, / Onor di nostra gente! / Chi può l’eccelsa mente / Cantar o il nobil cor? / Viva San Gregorio / Il nostro patrono ! / Rendiamoli in dono / la mente e il cor! / D’altissima prosapia, / Dell’Urbe, un dì pretore, / Rinunzia. Al Redentore / Ostia d’amor si dà. / Ei dell’eroe di Norcia / Plaude al genial disegno / Figlio di lui più degno / La storia non avrà. / Viva San Gregorio / Il nostro Patrono! / Rendiamoli in dono / la mente e il cor! / Ma il cielo estolle l’Umile / Dell’anime all’impero / Sul tron del maggior Piero / Gregorio va a brillar! / Una colomba eterea, / Arcano consigliere, / Novo dal ciel pensiere / Spesso va lui recar. / Viva San Gregorio / Il nostro patrono! Rendiamogli in dono / La mente ed il cor! / Turba duodena in agape / Aula papale accoglie / Le pellegrine spoglie / Siede talor Gesù / Vola dal biondo Tevere / Sul Bosforo nemico / Col suo parlar pudico / Richiama a la virtù. / Viva San Gregorio / Il nostro Patrono! / Rendiamoli in dono / la mente e il cor! / Ei si nomò nei secoli / Primo Gregorio il grande / Qual sole ovunque spande / Luce di gran saper / Nei pubblici infortunii / Dell’infelice a fianco / l’Anglia, la Spagna, il Franco / Dican del suo poter! / Viva San Gregorio / Il nostro Patrono! / Rendiamoli in dono / la mente e il cor! / Oh Magno! Anc’oggi i popoli / Squassar l’irosa face / Colomba Tu di pace / Riedi a l’umanità! / Viva San Gregorio / Il nostro Patrono! / Rendiamoli in dono / la mente e il cor! / Dona a la tua Manduria / Le prische voglie sante! / Così, com’or festante / Viva l’eternità! Viva San Gregorio / Il nostro Patrono! / Rendiamoli in dono / la mente e il cor!
Dall’inno del 1922 si passò alla ‘Marcia Reale’ del 1923. Dalle argomentazioni riportate su un foglio datato 9 settembre 1923, a cura della locale sezione del Partito Nazionale Fascista, si evince, inoltre, che in quegli anni la processione in onore di San Gregorio era accompagnata dall’inno nazionale, cioè dalla Marcia Reale (rimasto tale dall’unificazione del paese fino all’armistizio dell’8 settembre 1943, e nuovamente dalla liberazione di Roma nel 1944 alla caduta della monarchia nel 1946).
Concludiamo con una particolarissima pubblicazione avvenuta in occasione della festa patronale di settembre del 1933: un foglio giornalistico, Numero Unico, pubblicato proprio il 3 settembre , dal titolo «La Sagra di San Gregorio». Si tratta di un giornale di quattro pagine, di grande formato, colore arancione, edito dalla locale sezione del Comitato Nazionale Italiano per le Arti Popolari, curatore principale Eugenio Selvaggi (giornalista, collezionista, cultore di storia patria), redattore Fernando Valente (con lo pseudonimo di Ferva). Fra gli articoli contenuti nel foglio, quelli che si riferiscono al Santo Patrono cittadino sono “Opera civile di San Gregorio Magno” di Nicola Selvaggi (figlio di Eugenio) e una poesia di Francesco Nasuti “La storia di San Gregorio”, mentre gli altri sono dedicati alle tradizioni popolari.
Le immagini riproducono la litografia del 1865, l’ “Inno a San Gregorio Magno”, il primo foglio de «La Sagra di San Gregorio», la poesia dialettale del Nasuti seguita dalla traduzione in italiano.