A Manduria, nella chiesa Matrice, è collocata la statua di San Gregorio Magno in cartapesta dipinta, realizzata nel 1902 dallo scultore leccese Raffaele Caretta
È il 3 settembre 590 quando una colonna di luce segnala ai fedeli romani il nascondiglio dove Gregorio si era rifugiato per sfuggire al proprio destino: diventare papa!
Gregorio è stato il 64° papa della Chiesa cattolica, che lo venera come santo e dottore della Chiesa. Autore di alcuni tra i più importanti testi spirituali e di esegesi biblica del Medioevo, Gregorio ha lasciato, tra l’altro, 854 lettere raccolte in 14 libri, un commento al libro di Giobbe (“Moralia in Iob”), 62 omelie e i “Dialoghi”, contenenti anche la più antica e più importante biografia di San Benedetto da Norcia.
La notevole fama raggiunta durante il pontificato indusse gli artisti a raffigurarlo sul soglio pontificio, mentre celebra gli uffici divini o durante il celebre miracolo che liberò Roma dal morbo della peste nel 590.
A Manduria, nella chiesa Matrice, è collocata la statua di San Gregorio Magno in cartapesta dipinta, realizzata nel 1902 dallo scultore leccese Raffaele Caretta (1871-1950), la cui firma è apposta insieme alla data di realizzazione sullo spigolo destro della base. Il simulacro, collocato nella nicchia sinistra del Cappellone intitolato al Santo, misura cm 140x65x70. Attualmente la statua è dislocata nella Chiesa del Carmine, essendo la Chiesa Collegiata oggetto di lavori di restauro.
Il Santo è raffigurato in atteggiamento solenne seduto sul trono pontificale (realizzato in legno), con i piedi poggiati su un cuscino di raso. La mano sinistra regge il trattato d’esegesi biblica sul libro di Giobbe, scritto dal pontefice, su cui vi è la dicitura “MORAL/IN/JOB/LIB. I”; la destra, alta, in gesto benedicente, reca al dito l’anello papale. Sulla spalla destra del pontefice è posata la colomba dello Spirito Santo nell’atto di parlargli all’orecchio, secondo un’iconografia invalsa già dalla metà del XIX secolo, che trae origine da un episodio della vita del Santo (si narra che il sacerdote a cui Gregorio, costretto a letto perché malato, dettava i suoi celebri ‘canti’, insospettivo dalle lunghe pause nella dettatura, abbia scostato la tenda dietro la quale era il pontefice, scoprendo una colomba che dettava le parole a Gregorio). L’abito è bianco, con galloni in pizzo ai bordi delle maniche e al bordo inferiore. Il piviale, come la stola, è rosso con decorazioni floreali dorate; esso è chiuso da un fermaglio dorato con incastonata una pietra turchese. Sotto il piviale è visibile una croce di ottone con al centro una pietra color rubino. La tiara coronata (triregno) poggiata sulla testa ha incastonate delle pietre di vario colore. Le tre corone sovrapposte indicano il triplice potere del pontefice: Padre dei Principi e dei Re, Rettore del mondo, Vicario di Cristo in Terra.
L’impostazione della figura, elegante e composta, e i lineamenti realistici e armoniosi (gli occhi sono in vetro) conferiscono all’insieme un’elevata qualità plastica, accostando tradizione e originalità, secondo la convinzione del suo autore «che ogni statua doveva esprimere qualcosa della personalità artistica dell’autore» (S. Polito, “La cartapesta sacra a Manduria”, CRSEC 2002, p. 22).
Secondo la tipologia decorativa dell’epoca, la finitura della statua può essere definita “ricchissima”, per la presenza di svariate decorazioni in oro (le altre tipologie erano “semplice”, solo qualche modesto profilo in oro; “ricca”, con pregevoli bordi policromi; “trionfo”, con decorazioni a tinte cangianti e in oro e con arabeschi e fiori). La tecnica usata era quella dello “spolvero”, la stessa impiegata per gli affreschi. Il decoro veniva riprodotto grazie al passaggio, attraverso dei fori eseguiti con uno spillo, della polvere di carbone dal cartone alla statua, così da ottenere una sequenza di punti colorati corrispondenti alle linee dell’originale.
Per approfondimenti: S. Polito, “La cartapesta sacra a Manduria”, CRSEC 2002; M.A.S.C.I. Comunità “Messapia” Manduria 1, “Chiesa Madre SS.ma Trinità”, Tiemme 1999; pagina Facebook “Festival del Medioevo” al seguente indirizzo https://www.festivaldelmedioevo.it/portal/gregorio-magno-servo-dei-servi-di-dio/ . Le foto della statua sono tratte dalla pagina facebook “I Grandi Maestri della Cartapesta Leccese, al seguente indirizzo ”https://m.facebook.com/igrandimaestridellacartapestaleccese/photos/a.121961218137669/1080798965587218/?type=3
Un post sull’episodio di Gregorio che voleva evitare il pontificato si trova su questa pagina al seguente link