sabato 23 novembre 2024


29/11/2023 18:14:19 - Manduria - Cultura

«Ci sembra auspicabile che il Parco renda testimonianza, nella sua denominazione ufficiale, a colui che negli anni ha contribuito a che esso uscisse dall’oblio e si preservasse per tutti noi: proprio Michele Greco»

«Si intitoli a Michele Greco il parco archeologico di Manduria».

E’ la proposta che avanza Archeoclub, rendendola pubblica attraverso un comunicato che vi proponiamo.

«Su decisione dell’ultima assemblea dei soci, Archeoclub ha presentato un’istanza al sindaco ed alla Soprintendente affinché il Parco Archeologico sia intitolato al dott. Michele Greco, con la dicitura “Parco delle Mura Messapiche Michele Greco”, poiché siamo convinti che il bene culturale abbia valenza non solo per quanto potrà apportare alla città in termini economici, ma principalmente per ciò che  rappresenta e tramanda nella vita di una comunità.

Ci sembra pertanto auspicabile che il Parco renda testimonianza, nella sua denominazione ufficiale, a colui che negli anni ha contribuito a che esso uscisse dall’oblio e si preservasse per tutti noi, proprio Michele Greco. Forse a molti manduriani, in particolare ai più giovani, è nota la sua funzione di bibliotecario della nostra “Marco Gatti”, ma sfugge l’altrettanto quotidiano impegno di Ispettore onorario della Soprintendenza, attento custode di ogni sia pur piccola espressione del patrimonio culturale della città.

Nominato con Decreto Reale del 21 agosto 1922, egli ricoprì tale carica ininterrottamente fino al 1964, quando ne chiese l’esonero per raggiunti limiti di età. Di questa sua attività si conserva traccia in numerosi faldoni conservati nella biblioteca civica. In essi, oltre ad un suo importante carteggio con studiosi e archeologi di respiro europeo e non solo (come nel caso di Willy Nagai, del Ministero dell’Educazione Giapponese), è presente una fitta corrispondenza con i suoi superiori su questioni inerenti le emergenze urbanistiche dell’epoca (zona di rispetto della cinta muraria, cantieri di lavoro, strada panoramica), in un’area che si andava sempre più scoprendo ricca di preziose testimonianze archeologiche, e che necessitava pertanto di un’importante azione di vigilanza e salvaguardia.

Convinto che, per una efficace fruizione dei beni culturali, la società civile dovesse sensibilizzare le fasce popolari, accogliendone e promuovendone le istanze, a lui si devono importanti iniziative in tal senso.  

Ne è un esempio l’impegno che egli profuse per sottrarre definitivamente l’area archeologica all’aggressione dell’iniziativa privata, sollecitando l’approvazione di quel vincolo che l’ha preservata nel tempo, e ne ha resa possibile la fruizione odierna. Dimostrando così una sensibilità verso il bene archeologico, quasi ante litteram per quei tempi.

Auspichiamo che questa nostra proposta venga accolta, ma sarebbe importante che anche gli organi di stampa, altre istituzioni e tanti cittadini la sostenessero riconoscendo i meriti di un illustre concittadino».











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