Il primo intervento del nuovo presidente, l’avetranese Leonardo Giangrande
I ritardi della burocrazia rappresentano un costo per le attività imprenditoriali ed una occasione persa in termini di sviluppo, per i territori coinvolti. La realtà con la quale si misurano quotidianamente le PMI locali è infatti ben lontana dal disegno governativo di istituzione delle ‘zone a burocrazia zero’, come conferma la notizia della ennesima mancata costituzione delle Commissioni Paesaggistiche di Taranto e Martina Franca, cui è delegato il compito di autorizzare tutti i progetti edili che insistono in zone a vincolo paesaggistico. Commissioni che dovevano essere insediate un anno fa ed oltre, secondo quanto previsto dalla Legge regionale 20 del 2009 e dalla deliberazione G.R. n.2273/2009.
«Quest’ulteriore rinvio ci pare quindi inopportuno e certamente dannoso per le attività imprenditoriali» ciò quanto sottolinea il presidente di Confcommercio Taranto, Leonardo Giangrande, in due lettere all’indirizzo dei sindaci di Taranto Ippazio Stefano, e di Martina Franca, Franco Palazzo e degli assessori alle Attività Produttive e all’Edilità
«Una tale situazione di incertezza risulta altresì in contrasto con gli indirizzi che provengono dal Governo che tende a rafforzare –stigmatizza Giangrande- la funzione di semplificazione e di velocizzazione amministrativa affidata ai SUAP».
La assenza della Commissione Paesaggistica ad esempio ha costretto i titolari degli stabilimenti balneari insistenti nell’Isola amministrativa del Comune di Taranto ad accettare delle autorizzazioni stagionali pur di avviare le attività. Ciò imporrebbe, qual’ora la Commissione non venisse insediata entro fine estate, di essere obbligati alla rimozione delle strutture (pena il loro sequestro) in quanto autorizzate per un arco temporale limitato. Al fine di salvaguardare le proprie attività, i titolari degli stabilimenti balneari hanno deciso pertanto di adire alle vie legali. Problematica anche la situazione di Martina Franca per le imprese costrette a rapportarsi con l’Amministrazione comunale per la richiesta di permessi a costruire e di inoltro delle DIA.
Situazione che sta mettendo in ginocchio il sistema di aziende che opera nell’ambito dell’edilizia (imprese costruttrici e rivenditori), territorio avente caratteristiche paesaggistiche tali da essere in larghissima misura, sottoposto a vincoli.
Ovviamente tale condizione di inadempienza non può durare oltremodo, di qui la necessità che le Amministrazioni locali -emblematici i due casi in questione, anche se non sono gli unici- si attivino se non per favorire quantomeno per non ostacolare lo sviluppo economico del territorio provinciale.