Dagli anni ’60 ad oggi: come è cambiata la “villa” comunale
Intorno agli anni Sessanta del secolo scorso, dopo anni di abbandono e di incuria, vennero avviati i lavori di sistemazione della ‘villa’ comunale: furono abbattuti tutti gli alberi di pino che crescevano ricurvi sul corso e fu tolto il filo spinato che circondava la piazza (L. Lacaita, “Storia delle storie di Manduria” p. 99).
I lavori interessarono soprattutto la parte nord del giardino. Qui, infatti, su iniziativa della locale sezione dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, si decise di erigere un monumento ai Caduti. Era il 1949 quando il comitato costituitosi nell’Associazione indisse un concorso nazionale per il progetto; ne risultò vincitore il bozzetto dell’architetto e scultore barese Vito Antonio De Bellis.
I lavori ebbero realmente inizio nel 1955 (la prima pietra fu posata il 4 novembre di quell’anno, su iniziativa, fra gli altri, del colonnello Gaetano Pacifico), dopo la messa in posa della pavimentazione all’interno del giardino. Nel 1960 il Comune subentra all’Associazione dei Combattenti nell’impegno di spesa, commissionando, l’anno successivo, al De Bellis la realizzazione di due statue di bronzo a corredo del monumento da lui stesso progettato. Fra alterne vicende, l’inaugurazione della monumentale opera avvenne il 4 novembre 1966, sindaco l’ingegnere Ferdinando Fiorenza.
Fu il valente maestro scalpellino Camillo Bagorda (insieme al figlio Umberto) a edificare il basamento rettangolare con la cripta sottostante (in cui si sarebbero dovute svolgere le cerimonie religiose) e, verosimilmente, dopo varie modifiche rispetto al progetto iniziale, anche l’arco, in carparo di Pulsano (mentre la base e la rampa a scivolo sono rivestite con pietra calcarea bianca). Durante i lavori fu distrutta la fontana, rimossa la vecchia recinzione ornamentale e furono smontati i vecchi pali in ghisa dell’illuminazione.
Le modifiche al progetto originario del monumento si resero necessarie sia sull’arco per renderlo più maestoso e solenne, sia sul basamento, che venne sopraelevato per accogliere con maggiore visibilità le tre statue in bronzo, realizzate, su disegno del De Bellis, dalla Fonderia Artistica Ferdinando De Luca di Napoli: “Il lavoratore del pensiero”, “Il lavoratore del braccio” e “Il caduto”.
Nelle intenzioni del De Bellis, riportate in una “Relazione sul Monumento ai Caduti di Manduria”, «Il grande arco che inquadra le figure simboleggia la vita che continua, l’altro semicerchio, che dovrebbe raffigurarsi sottoterra, rappresenta la morte. Morte da cui nasce la vita, e Vota da cui nasce la Morte, nella perpetuità di un ritmo che infonde fede e coraggio, speranza e bontà (…) La nuova società deve nascere dagli sforzi del Lavoratore del pensiero, che dallo studio deduce le leggi eterne dell’armonia e della giustizia, e dal sudore del Lavoratore del braccio, che dalle viscere della terra trae l’alimento necessario alle esigenze della vita quotidiana. (…) Sull’area centrale, staccata dal grande arco, sta il Caduto, esempio di chi ha sofferto per la libertà e l’unità della Patria; esso è e sarà sempre un raggiante lume sul cammino degli Italiani». Un’epigrafe (diversa da quella voluta del progettista “POST FATA RESURGAT – Manduria ai suoi caduti”) recita: “AI SUOI CADUTI MANDURIA CIVILE PER LA LIBERTA’ E LA PACE - MCMLXVI”. In occasione della sua inaugurazione l’Amministrazione Comunale fece stampare il “Libro d’oro dei caduti di Manduria di tutte le guerre”.
Negli anni 2008-2009 sono stati eseguiti lavori di pavimentazione dei viali ed è stata ricostruita una piccola fontana monumentale, mentre nelle aiuole è stato sistemato il prato. Attualmente due file di querce sono disposte lungo tutto il perimetro, mentre all’interno troviamo, fra l’altro, delle piccole palme, un alberello di bouganville, alberi di alloro, un carrubo e i tre esemplari di ginkgo biloba, caratteristici esempi di fossili viventi (post su questa pagina al seguente link https://www.facebook.com/100076247505635/posts/pfbid02HTzb894jrwuPNqnc1LJib4rAZUsc97V2eECkkC4Hg8hmXNtU8ebhdzgCefUZKLqWl/).
Il 2 giugno 2008 è stato installato, nella parte sud un monumento in bronzo intitolato alla memoria di Aldo Moro, opera dell’artista contemporaneo Giuseppe Greco. L’opera reca la seguente scritta: “QUESTO è IL TEMPO DI UNA DEMOCRAZIA INTEGRALE (…) LA STAGIONE DEI DIRITTI E DELLE LIBERTA’ SI RIVELERA’ EFFIMERA, SE IN ITALIA NON NASCERA’ UN NUOVO SENSO DEL DOVERE (…) SO CHE, PUR CON DISTORSIONI ED ERRORI, AVANZA NELLA NOSTRA EPOCA UNA NUOVA UMANITA’, PIU’ RICCA DI VALORI, PIU’ CONSAPEVOLE DEI SUOI DIRITTI, PIU’ IMPEGNATA NELLA VITA SOCIALE”.
Ulteriori interventi relativi alla ‘Villa Comunale’ sono avvenuti negli anni a noi più vicini. L’ultimo, nell’estate 2023, ha visto l’installazione di alcuni simboli tipici del territorio installati nell’aiuola principale.
La prima parte del post è disponibile al seguente link: https://www.facebook.com/100076247505635/posts/pfbid02nxFn3KYrFsd3FofgeU6jWANMzxxqDfFLAsqVUW47nJVjSaQ4YGjMdoQSLGC5j2dhl/Bibliografia
Brunetti P., “Manduria-Casalnuovo, Le strade, le piazze”, Italgrafica 2004; Coco G. R., “Manduria fra Taranto e Capo d’Otranto”, Cento Culturale GS 2009. Le vicende relative al Monumento ai Caduti sono trattate in maniera circostanziata in un articolo dello studioso Nicola Morrone, su https://www.fondazioneterradotranto.it/2013/09/02/post-fata-resurgat-la-travagliata-storia-del-monumento-ai-caduti-di-manduria/; sul monumento dedicato ad Aldo Moro https://www.giardinidellapuglia.it/i-giardini/taranto-1/manduria/
Le foto sono della pagina, tranne quella storica che raffigura l’arco in costruzione che è su https://bagordamanduria.wordpress.com/2015/08/18/arco-manduria/. La statua de ‘Il lavoratore del braccio’, attualmente, si presenta (come i foto) senza il martello in mano (ne è rimasto solo un pezzo del manico), perché asportato nel 2021 da alcuni teppisti.