L’amore e il rispetto per il territorio attraverso una storia di denuncia dei reati ambientali e delle connivenze
Uzzarìa è un paese del profondo sud. Un centro agricolo, che potrebbe vivere anche di un turismo le cui potenzialità sono tutte da esplorare. Un territorio in cui, grazie alle connivenze, la malavita ha creato un pericoloso business: nel sottosuolo vengono tombate tonnellate di rifiuti. Questo mondo sommerso, che mette a repentaglio la salute dei “uzzariesi”, viene scoperto, quasi casualmente, da un giovane geologo del posto, Gregorio Mastrari, incaricato, da un’azienda del nord, di eseguire dei rilievi utili a studiare la conformazione geologica dei terreni. Azienda, questa, vincitrice di un appalto per la realizzazione, a poche decine di metri dalla costa, di un contestatissimo impianto di depurazione.
E’ la storia del primo romanzo edito da Alba Mazzarella: si intitola “Uzzarìa” ed è inserito nella collana “Intrecci” della casa editrice Dialoghi. Non il debutto assoluto nella narrativa per la scrittrice, che in passato ha vinto il secondo e il primo premio ai concorsi letterari “Puglia quante storie 1” e “Puglia quante storie 2” con i racconti brevi “Come in Africa” e “Giorno dopo giorno fra la terra e il cielo”.
Per questo suo primo romanzo, Alba Mazzarella ha scelto, come trama, un argomento purtroppo sempre più attuale: la denuncia dei reati ambientali, un fenomeno grave ed in escalation, che va assumendo proporzioni decisamente preoccupanti. Con la sua penna, Alba non denuncia solo la piaga della criminalità ambientale, che interessa anche il territorio pugliese. Ma punta l’indice anche sul cattivo rapporto fra politica e comunità amministrata. Uno scollamento che genera, nel suo libro ma non solo, decisioni non accettate: ad esempio, ad Uzzarìa (ma anche a Manduria…), la localizzazione sbagliata di un impianto, il depuratore, da un canto utilissimo, è vero, per preservare l’ambiente dagli scarichi in falda, ma che, al tempo stesso, costituisce un potenziale pericolo per un mare ancora incontaminato.
La scrittrice evidenzia, poi, come, in tanti casi, le tragedie possano trasformarsi in appetitosi business per uomini senza scrupoli. E’ accaduto nella realtà (ad esempio, la telefonata intercettata fra i due imprenditori che, a poche ore dal terremoto di Amatrice, ridevano pensando agli affari che avrebbero fatto nell’opera di ricostruzione), ma accade anche ad Azzarìa. Il sindaco progetta di approfittare delle sventure dei suoi cittadini: il territorio è interessato da una serie di esplosioni provocate dai gas generati dai rifiuti tombati e nel gabinetto di palazzo di Città il primo cittadino intravede la possibilità di incassare corpose mazzette dall’opera di ricostruzione.
Contro questo sistema corrotto, si oppongono lo stesso geometra Mastrari, una giovane donna ambientalista (Djana) e un avvocato integerrimo.
Non sveliamo il finale, ma vi invitiamo a leggere questo romanzo, scritto con la passione civica che caratterizza l’agire di Alba Mazzarella, ma anche con ironia e profondità. Un debutto, insomma, estremamente positivo!
Un libro che va letto con molto interesse. Al di là dello sviluppo dei personaggi e dell’arco narrativo, la scrittrice, ormai manduriana d’adozione, pone al centro del suo libro la “denuncia”, la sua voglia di ribellarsi ai “soprusi”, ma anche la fiducia nella possibilità del riscatto, che può avvenire attraverso l’impegno di quei pochi che hanno ancora realmente a cuore la propria terra. Terra che risalta in maniera luminosa. Nella narrazione, Alba Mazzarella descrive luoghi e sensazioni e l’insieme dei paesaggi, che l’autrice dimostra di amare, diventa un personaggio a sé stante e non è più solo uno sfondo per l’azione di Gregorio e Djana.