La collocazione temporale della fiera appartiene, ormai, alla storia e alla tradizione plurisecolare di Manduria
E’ ritornata quest’anno, sempre avversata dal cattivo tempo, accompagnata dalle immancabili polemiche, ma ricca di tradizione e di secoli di storia, la Fiera Pessima il cui successo è legato al suo ciclico, puntuale ripetersi in un preciso periodo dell’anno, in concomitanza con la festa patronale minore e con l’avvio della stagione primaverile.
Il mio intervento, oltre che da esigenze di divulgazione storica, è anche diretto a confutare, senza voler assolutamente entrare in polemica con nessuno, l’opinione di quanti ritengono che l’evento possa essere facilmente differito ad una data diversa, magari più favorevole dal punto di vista climatico.
L’argomento, contrario a questa tesi, deriva proprio dal risultato della ricerca ed è costituito da un documento storico - che aggiungo agli altri riguardanti la nostra fiera, pubblicati lo scorso anno - dal titolo “Nota delle fiere e de’ mercati che si celebrano ne’ reali domini di qua del Faro”. 1
E’ questo un bollettino ufficiale risalente alla prima metà dell’Ottocento, che contiene un elenco dettagliato di tutti gli eventi commerciali - giuridicamente riconosciuti ed autorizzati in età borbonica - che erano soliti svolgersi nella parte peninsulare del Regno delle Due Sicilie (cioè in quella posta “al di qua” rispetto al "Farum", ossia a nord del Faro di Messina).
A pag. 613 del bollettino, alle voci “Provincia di terra d’Otranto”, “Fiere”, è scritto: “Da’ 9 a 12 di marzo, e ne’ dì 3 e 4 di agosto in Manduria”, vengono così ufficializzati i giorni in cui, all’epoca, era autorizzato lo svolgimento delle due fiere locali: quella primaverile denominata di San Gregorio (o anche Pessima) e quella estiva di San Domenico.
Nello stesso documento sono riportate le date delle due fiere concorrenti (di Ostuni e di Lecce) che, a seguito di ricorsi presentati dalle rispettive amministrazioni civiche, avevano dato luogo alla riduzione del periodo di svolgimento della fiera primaverile di Manduria (anticamente fissato dall’1 al 15 di Marzo).
Lo svolgimento delle manifestazioni fieristiche dei due centri vicini, che - secondo gli storici locali - erano state oscurate da quella manduriana, è indicato nel dì 19 marzo” per Ostuni, e “ne’ dì 24 e 25 di aprile” per Lecce.
Per completezza, preciso che al primo bollettino segue l’altro intitolato“Nota delle fiere e de’ mercati che si celebrano ne’ reali domini oltre il Faro” che riguarda, appunto, la parte insulare del Regno, ossia la Sicilia.
Questo, in maniera molto sintetica, è il contenuto del documento rintracciato, che espone con chiarezza il punto della situazione in quel contesto storico e giuridico: un modello statuale come quello borbonico che, certamente, non brillava per l’efficienza della sua amministrazione, non aveva lasciato nulla all’improvvisazione, ma aveva regolato con precisione i tempi e i luoghi in cui le principali ricorrenze commerciali dell’epoca (le fiere e i mercati) avrebbero dovuto tenersi.
La regolamentazione serviva anche ad evitare che esse potessero sovrapporsi danneggiandosi a vicenda.
In tale contesto, l’antica fiera primaverile di Manduria trova un ulteriore titolo che ne regola la collocazione temporale e un riconoscimento storico-giuridico che deve sconsigliare variazioni di data inopportune, evitando di compromettere il nome e la fama raggiunta con una variazione di calendario che potrebbe risultare fatale.
Accanto alle notizie del bollettino ufficiale vi sono poi quelle di due almanacchi risalenti, rispettivamente, al 1812 e 1904.
Il primo, dal titolo ambizioso “Saggio di economia campestre e domestica per gli 12 mesi dell'anno ad uso degli agricoltori, de' pastori, e di altra gente industriosa del regno di Napoli per l'anno bisestile 1812”, scritto da Nicola Onorati (1754-1822) é conservato presso la Biblioteca Nazionale di Potenza. 2
Il testo, per il mese di Marzo che, precisa, “ha giorni solari 31, e lunari 29”, alla voce “Fiere” recita per il giorno 6: “per giorni 8 a Manduria, prov. di Lecce”.
Dal 19 indica anche l’inizio di una fiera a Lecce, attestando così la presenza di una fiera concorrente in questa città che, secondo la tradizione storica locale, sarebbe stata, nel 1742, la causa dell’anticipazione al 12, del giorno di chiusura della manifestazione mandurina.
Il secondo è il più noto “Almanacco Italiano”, pubblicato dalla casa Bemporad di Firenze, che, nella edizione del 1904, riporta il giorno 9 Marzo, alla voce “Memorandum”: “Da oggi al 12 fiera a Manduria (Lecce) per la festa di San Gregorio Magno, che cade il 12.”. 3
La data di inizio della fiera è, quindi, quella che fu rifissata a seguito del decreto reale del 1832 di Ferdinando II delle Due Sicilie.
Più avanti, alla stessa pagina, per il giorno 12 è scritto: “12 Sabato. San Gregorio Magno, papa (dal 590 al 604).” E, alla voce “Memorandum”, “Feste per il XIII centenario della morte di S.Gregorio Magno, Papa.”.
I periodi di durata della fiera, indicati nei due almanacchi, sono dunque diversi: otto giorni, a partire dal 6 Marzo (e termine il 13) nel primo più antico, appena quattro giorni (dal 9 a 12 Marzo) nel secondo.
La festa religiosa dedicata a San Gregorio Magno è riportata dall’almanacco del 1904 al 12 Marzo, giorno in cui cade la memoria della morte del santo, avvenuta appunto il 12 Marzo dell’anno 604.
Per Manduria, però, il citato almanacco indica una seconda data di festeggiamenti del santo per il 3 di Settembre, giorno in cui si ricorda la sua ordinazione papale (avvenuta il 3 Settembre 590). La notizia è riportata a pag. 91: “Seconda festa di S. Gregorio Magno a Manduria”.
La data del 12 Marzo, come festa di San Gregorio è confermata anche dalla edizione del 1762 del Barbanera, che è la più antica del lunario di Foligno.
In questa edizione del celebre lunario umbro, composta da un unico foglio, da appendere al muro, e da poche stringate note (riguardanti le previsioni del tempo e il “discorso generale” del leggendario filosofo-astronomo), non vi sono notizie sulle fiere, che invece compariranno a cominciare dall’edizione, in libretto tascabile, del 1793.
Pertanto, la scelta di fissare la ricorrenza gregoriana di Settembre come data della festa principale dedicata al santo (con celebrazioni religiose e civili), anteponendola a quella di Marzo, è propria della nostra comunità cittadina e, a quanto sembra, fu adottata a partire dagli anni 1782-1785.
Per i tempi più antichi, il sac. Leonardo Tarentini parla di celebrazioni religiose fissate per entrambe le ricorrenze (12 Marzo e 3 Settembre) precisando che “i menzionati giorni furono dichiarati dalla Curia diocesana feste precettive” e, quindi, inserite nel calendario diocesano. 4
In tempi più recenti, la scelta effettuata dalla comunità mandurina ha, di fatto, ricevuto la “convalida” ecclesiastica della Curia romana.
Infatti, dal 1 Gennaio 1970, con la riforma del Calendario romano generale, sono state spostate le feste dei santi di importanza universale che cadevano nel periodo quaresimale, durante il quale non si potrebbero celebrare le memorie obbligatorie. In tal modo la celebrazione di San Gregorio Magno è stata trasferita, per la Chiesa universale, dal 12 Marzo al 3 Settembre, così come (per citare altri santi festeggiati a Marzo) quella di San Benedetto è stata spostata dal 21 Marzo all’11 Luglio, e quella di San Tommaso d’Aquino dal 7 Marzo al 21 Gennaio. 5-6
Nel caso di San Benedetto da Norcia, lo spostamento di data ha fatto cadere in desuetudine il noto proverbio che, da sempre, preannunciava l’inizio della primavera. 7
Giuseppe Pio Capogrosso
1. L'unitarietà geografica del Regno di Sicilia viene interrotta nel 1282, quando con i Vespri Siciliani sarà diviso in due: il "Regnum Siciliae citra" (o Regno di Napoli), nella parte di terraferma con la dinastia Angioina e il "Regnum Siciliae ultra" (o Regno di Sicilia), a sud nell'isola, con gli Aragonesi. Le espressioni "citra" (al di qua) e "ultra" (al di là) si riferiscono alla posizione del singolo stato rispetto al Faro di Messina. Questa distinzione geografica sarà conservata anche durante la dominazione borbonica (1734-1861) e dopo la istituzione del Regno delle Due Sicilie (il cui nome non è attribuibile, come qualche autore vorrebbe far credere ad ignoranza in materia geografica, ma alla volontà di unificare le due corone “siciliane”) continuando il riferimento nei documenti di stato a "domini al di qua e al di là del Faro". Nello stesso bollettino alla voce “Mercati” è riportata anche la data fissata per il mercato settimanale che doveva tenersi: “In ogni giovedì in Manduria”.
2. Onorati, Nicola <1754-1822>: “Saggio di economia campestre e domestica per gli 12 mesi dell'anno ad uso degli agricoltori, de' pastori, e di altra gente industriosa del regno di Napoli per l'anno bisestile 1812”, Biblioteca nazionale - Potenza - IT-PZ0133 www.internetculturale.it.
3. “Almanacco Italiano”, Bemporad -i Firenze, edizione del 1904.
4. Leonardo Tarentini, Cenni storici di Manduria antica – Casalnuovo – Manduria restituita, Tip. La Veloce – Cosenza, 1931, pag.121.
5. Alfredo Cattabiani, Santi d'Italia ed. BUR Rizzoli.
6. Dal Martirologio Romano (ed. 2001):
«12 marzo - A Roma presso san Pietro, deposizione di san Gregorio I, papa, detto Magno, la cui memoria si celebra il 3 settembre, giorno della sua ordinazione. »
«3 settembre - Memoria di san Gregorio Magno, papa e dottore della Chiesa: dopo avere intrapreso la vita monastica, svolse l'incarico di legato apostolico a Costantinopoli; eletto poi in questo giorno alla Sede Romana, sistemò le questioni terrene e come servo dei servi si prese cura di quelle sacre. Si mostrò vero pastore nel governare la Chiesa, nel soccorrere in ogni modo i bisognosi, nel favorire la vita monastica e nel consolidare e propagare ovunque la fede, scrivendo a tal fine celebri libri di morale e di pastorale. Morì il 12 marzo. »
7. Il proverbio, molto noto, è “Per san Benedetto la rondine sotto il tetto”.