mercoledì 30 ottobre 2024


12/07/2010 07:54:50 - Manduria - Attualità

Stratagemmi per tenere duro in un periodo di crisi acuta e sopravvivere

Ormai lo sanno anche i sassi: c’è proprio aria di crisi!
La notizia è nota in ogni dove, nel regno, e, se il Vangelo ci ricorda la fugacità della vita, il Ministro Tremonti grida vendetta al cospetto del nostro bilancio economico, scioccato dalla paura, che notoriamente fa novanta, dopo il disastro della Grecia.
Cari amici si ricorre ai ripari: ecco pronta una manovra nuova di zecca, causa del turbamento di quei pochi fortunati che vogliono godersi in pace le vacanze estive, senza che qualcuno gli ricordi continuamente i conti
in rosso. E, mentre le forze politiche si lanciano reciproci anatemi su come risolvere questo grave momento di congiuntura economica e sociale, i comuni mortali fanno appello alla legge del si salvi chi può, ricorrendo al bricolage del piccolo chimico, consapevoli che chi fa da sé, faccia sempre  per tre, divenuta, nel frattempo, un vero e proprio comandamento da aggiungere agli altri 10, che non peccati deve prevenire, ma, la disperazione. Un esempio fra tutti?  Il numero crescente delle bancarelle ortofrutticole spuntate come funghi in ogni angolo di Manduria, sulle quali sono finite, oltre ai prodotti di stagione, anche le speranze dei loro proprietari, forse mossi dall’illusione che quella di mangiare è un’abitudine che non abbiamo ancora perso, o forse  per poco, benché prossime ad avvizzire almeno quanto le verdure cotte dalla canicola delle temperature proibitive del periodo.
A fondo del fenomeno forse la gestazione conclusa di un concepimento nell’area mercatale, ora parto
plurigemellare a misura di cittadina, che più di altro denuncia la difficoltà del vivere attuale, l’alto tasso di disoccupazione, l’impellenza di una progettualità, la volontà interiore di sentirsi vivi, evitando di investire
troppo sui governanti, arrangiandosi alla bene e meglio.
E non finisce mica qui! Messa da parte l’ironia per sdrammatizzare il tutto, c’è ancora spazio per una nota decisamente più amara, battuta da chi vive, forse, il dramma nel dramma: quella legata alla presenza degli stranieri.
Una fisarmonica, non quella cantata da Gianni Morandi, in pieno giorno, nella nostra tranquilla cittadina, e nel corso di questa settimana, ha attirato l’attenzione dei passanti, i cui neuroni rumoreggiavano apertamente al suono dei conti da far quadrare. A suonarla, probabilmente, uno straniero, visti i lineamenti, la cui versione estiva della zampogna natalizia, strideva con il fragore del traffico rallentato dal suo incedere. In compagnia di un bambino, completamente coperto dagli abiti per evitare le scottature alla pelle, egli incrociava gli sguardi
degli astanti, offrendo in cambio di qualche spicciolo, la sua arte.....!
E’ noto, però, che “ars non dant panem”, e se questo vale per i grandi artisti, figuriamoci per chi si affida alla generosità altrui, che per quanta tanta e tale sia, resta ben poca cosa rispetto alle tante urgenze di un'intera e sola giornata.
Ecco la risposta alla crisi, tanto per fare contenti quanti affermano, che un lavoro bisogna inventarselo. E se Fabrizio Moro  ci dice che la vita è una grande occasione, nonostante tutti i condizionamenti cui siamo
esposti, resta da chiedersi quando saremo veramente fuori dal dibattito selvaggio crisi sì, crisi no, per dormire magari un po' più felici, un pò più contenti.
Nel confermare la vicinanza ai disoccupati, confidiamo in un ad maiora da trovare, perché no, sotto l’ombrellone.

Mimmo Palummieri










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