Sarebbero coinvolti in 5: per loro l’accusa è di abuso d’ufficio e falso ideologico
Abuso d’ufficio e falso ideologico. Il sostituto procuratore Remo Epifani ha chiuso l’inchiesta avviata sul concorso di direttore della struttura complessa di anestesia e rianimazione dell’ospedale «Giannuzzi» di Manduria, facendo notificare il canonico avviso di conclusione delle indagini preliminari ai 5 indagati.
Si tratta del direttore generale della Asl Domenico Colasanto, 61enne di Bitonto, dei tre componenti della commissione di esperti (il 62enne di Bari Fabrizio Scattaglia, che è direttore sanitario della Asl tarantina, la 65enne di Fasano Palma Pastore e il 64enne di Bari Vittorio Mattioli) e il dottor Michele Cacciapaglia, 52 anni di Massafra, dalla fine del 2008 dirigente del reparto in questione.
Secondo il dottor Epifani, il direttore generale della Asl in concorso con i tre componenti della commissione avrebbero recato un ingiusto vantaggio patrimoniale a Cacciapaglia, danneggiando invece il dottor Salvatore D’Abramo, anch’egli partecipante alla selezione per l’affidamento dell’incarico di durata quinquennale.
Il magistrato titolare dell’indagine, in particolare, contesta agli indagati di aver omesso nella scheda del dottor D’Abramo il possesso da parte di quest’ultimo dell’idoneità nazionale a primario di anestesia e rianimazione conseguita nel 1989 e costituente ovviamente elemento di valutazione, al pari di altre esperienze professionali dello stesso D’Abramo che era stato coordinatore della sala operatoria dell’ospedale Giannuzzi e dirigente medico del servizio emoteca. Il pm Epifani rileva, infine, che il dottor Cacciapaglia al momento della presentazione della domanda aveva maturato solo poco più di 3 mesi di esperienza professionale all’istituto di anestesia e rianimazione degli ospedali riuniti di Foggia.