domenica 08 settembre 2024


30/05/2024 18:21:33 - Manduria - Cultura

Le tematiche trattate: l’ambiente, la cultura di genere e la guerra rappresentano tre emergenze del nostro tempo

Si è appena conclusa la rassegna cineforum curata da Cineclub La Musidora, voluta e sostenuta dalle associazioni Plinio il Vecchio e Alda, e dal collettivo Closeup. Il cineforum si è tenuto presso il monastero delle Servite a Manduria, con un riscontro di pubblico entusiasta e interessato. Le tematiche trattate: l’ambiente, la cultura di genere e la guerra rappresentano, a mio avviso, tre emergenze del nostro tempo.

La rassegna dal titolo “Mondi lontanissimi” è stata un viaggio, non solo verso Paesi molto lontani dal nostro, ma soprattutto all’interno di tematiche che riguardano la vita di tutti e tutte e che interrogano le nostre coscienze. I film scelti con cura e grande professionalità da parte degli organizzatori, sono tutti film di denuncia che invitano spettatori e spettatrici a riflettere e a diventare più consapevoli e responsabili delle nostre scelte individuali e collettive. Lo scopo del cinema di denuncia è anche questo: invitarci a non essere ciechi e sordi, ma soprattutto indifferenti, a ciò che non vogliamo vedere e sentire, perché ci disturba e in alcuni casi ci scandalizza, ma che ci riguarda, anche quando il film è ambientato in territori lontani dal nostro e racconta storie che riteniamo non appartengano alla nostra cultura e al nostro modo di vivere.

Le problematiche ambientali affrontate ci ricordano che c’è un pianeta da salvare e per questo richiedono scelte coraggiose da parte dei governi a livello mondiale, ma anche una maggiore consapevolezza e responsabilità individuale. Ciascuno deve fare la propria parte se si vuole invertire l’azione predatoria dell’unico pianeta che abbiamo a disposizione per tutti gli esseri viventi: esseri umani,piante e animali.

Le tematiche incentrate sulla condizione della donna nel mondo, hanno a che fare con una cultura sessista che non riguarda solo paesi come l’Iran dove la religione limita la libertà delle donne e impone loro di coprire il proprio corpo ma non di venderlo per strada, come ci ha ricordato in maniera forte e scuotente il film Holy Spider del regista Ali Abbasi.

Le storie di discriminazione, di violenza ed emarginazione della donna nel mondo irrompono nelle nostre esistenze con frequenza quasi quotidiana,nonostante le tante battaglie fatte dalle donne a partire dagli anni sessanta.

L’autodeterminazione della donna ha ancora tanta strada da fare. Basti pensare alle tante donne che in Italia vengono ammazzate (120 nel 2023) da uomini che non accettano la loro libertà ad autodeterminarsi. Io penso che uomini e donne siano figli e figlie di una stessa “cultura “che da sempre discrimina le donne e che solo insieme potremo superare.

E infine l’orrore delle guerre, che come sappiamo non sono più tanto lontane da noi. La corsa al riarmo degli stati, dopo una lunga stagione di disarmo, ci vuole convincere che per fare la pace è necessario fare la guerra. Di fronte agli orrori e alla devastazione delle guerre, non possiamo non chiederci a chi servono e a cosa servono. Le tre pellicole scelte per raccontarle ci hanno fatto capire che quando scoppia una guerra non ci sono vincitori e vinti perché è l’Umanità che muore.

Il nostro auspicio è che iniziative come questa vengano supportate non solo dalle associazioni, ma soprattutto dalle istituzioni con incentivi anche economici. Noi cittadine e cittadini dobbiamo fare la nostra parte andando a cinema, perchè il cinema, dopo i due anni di chiusura per la pandemia da Covid, ha bisogno del nostro sostegno per ripartire e poi perché il cinema,come ci hanno ricordato gli organizzatori e molti di coloro che hanno partecipato è : viaggio, incontro, relazione, sogno, arte,cultura, riflessione, empatia, emozione, commozione,magia, divertimento, esperienza di vita e per questo crescita e arricchimento, anche quando il film non ci piace.

E per voi, cos’è il cinema?

Per me il cinema è tutto questo e molto altro, ma è anche un ricordo dolce e struggente molto personale, perché ogni volta che vado a cinema ricordo la mia mamma che, con la sua esile figura e a fatica, girava la manovella della macchina da presa in un locale che mio padre, fine anni ‘60, aveva allestito a sala cinematografica, in un piccolo paese della Basilicata. L’idea funzionò per poco tempo, era l’epoca in cui c’era una grande povertà e il cinema non era concepito come un’opportunità di lavoro. Il locale è ancora li, le generazioni sono cambiate, ma tutto il paese continua a chiamarlo: il cinema.

L’auspicio è che anche Manduria ritrovi presto il suo cinema, che è ancora lì e aspetta di essere riaperto.

Nel frattempo applaudiamo a iniziative come questa e alle associazioni che le sostengono.

Le proiezioni riprenderanno a partire dall’11 giugno, sempre presso il monastero delle Servite. E per questo il nostro grazie va, sin da ora, a tutti gli organizzatori e all’Amministrazione comunale.

 

Almerina Raimondi











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