giovedì 21 novembre 2024


12/10/2024 09:52:01 - Manduria - Cultura

Il complesso lavoro della Commissione per la Toponomastica riscontra l’interesse della stampa nel Trentino, nello specifico il portale “La voce del nord-est”

I bambini di Manduria, che frequentano l’istituto comprensivo Don Bosco, alzando gli occhi forse noteranno che una via molto vicino alla loro scuola ha cambiato nome. Non più “via della Liberazione”, ma “via Profughi di Primiero”. Profughi di Primiero a Manduria? Che cosa è successo?

Primiero/Manduria – È una storia lunga iniziata 108 anni fa quando, verso la fine di maggio del 1916, nel corso della Grande Guerra, l’esercito italiano intimò a tutti gli abitanti di Primiero di abbandonare la valle. In realtà alla fine molti rimasero nei loro paesi, ma altri (i numeri) presero armi e bagagli e se ne andarono. Fu così che un buon gruppo di fieracoli e canalini finì a Manduria e ci rimase per quasi tre mesi. In quel periodo, nonostante paura e diffidenza, tra gli abitanti di Manduria e i Primierotti nacquero delle amicizie. Certo qualcuno dei nostri ci morì, ma qualcuno invece venne alla luce proprio lì. Come Mandurino Weiss, figlio di due fieracoli, che a Manduria decise di nascere mentre la sua famiglia era ospitata dalla famiglia Dinoi. Proprio nelle stesso periodo anche la signora Dinoi partorì un bambino che, in onore dei nostri profughi, fu chiamato Trento. Che dopo 30 anni i due si incontrassero in un campo di prigionia in Kenia è tutta un’altra storia.

Nel 2018 la Merlocoderlo Enterprise ha donato all’ANSI di Manduria la mostra, curata da Gianco Bettega, con i disegni realizzati da Roby Novello e incentrata sulla vicenda dei profughi, che l’anno prima era stata esposta a Canal San Bovo e a Pieve. Ora questa mostra fa parte integrante del Museo Civico di Manduria che si trova nell’ex convento delle Servite, proprio l’edificio che ospitò molti dei nostri profughi.

La decisione, da parte del Consiglio comunale di Manduria, di intitolare loro una via (“VIco Profughi di Primiero”) nel centro della cittadina pugliese, è nata sotto la regia dell’avvocato Giuseppe Pio Capogrosso che in questi anni si è prodigato per far conoscere ai propri cittadini quella vicenda.

(si tratta di un articolo della redazione “La voce del nord-est”, pubblicato su segnalazione di Paolo Meneguz, ndr)











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