Nel periodo 1925-1931 padre Eugenio soggiornò a Manduria. Qui fu eletto superiore provinciale della Provincia Puglie-Calabria, nella quale apportò notevoli miglioramenti, fra i quali la realizzazione di un’ampia zona di verde nel ritiro di Manduria, per garantire il raccoglimento e la preghiera in solitudine
Il nome di Mons. Eugenio Raffaele Faggiano, oltre che nella toponomastica manduriana (la strada a lui intitolata si trova nel rione S. Gemma Galgani e coincide con quella denominata in precedenza ‘Strada vecchia Comunale Manduria - S. Cosimo’), compare anche in quella del comune di Salice Salentino (Le), suo paese natale, dove gli è stata intitolata un’importante arteria cittadina, quella che da Salice porta verso Guagnano.
A Salice, infatti, egli nacque nel 1877 da una famiglia di modesti agricoltori. Il giovane Raffaele sentì la vocazione ascoltando una missione popolare predicata dai passionisti nel 1892. Due anni più tardi professò i voti, concludendo gli studi religiosi nel ritiro di Manduria. Venne consacrato sacerdote nel 1903 con il nome di Eugenio.
Nel periodo 1925-1931 padre Eugenio soggiornò a Manduria. Qui fu eletto superiore provinciale della Provincia Puglie-Calabria, nella quale apportò notevoli miglioramenti, fra i quali la realizzazione di un’ampia zona di verde nel ritiro di Manduria, per garantire il raccoglimento e la preghiera in solitudine. Nel 1935 padre Eugenio venne designato vescovo di Cariati, in provincia di Cosenza, ricevendo la consacrazione vescovile nella chiesa collegiata di Manduria. Giunto nella sede assegnatagli, Mons. Faggiano dovette prendere atto delle pessime condizioni in cui versava l’intera diocesi, priva di vescovo ormai da un decennio. Fu così che, animato da forte entusiasmo, solida fede e infinita carità cristiana, egli restaurò l’episcopio e la cattedrale, riaprì il seminario, prodigandosi attivamente per incentivare le vocazioni. In tutto questo fervore di attività, non dimenticò le necessità e i bisogni primari del clero e del popolo della sua diocesi, facendo della sua vita una testimonianza concreta di povertà e di generosità verso i bisognosi e gli ultimi.
Mons. Faggiano lasciò il governo della diocesi nel 1956 per ragioni di salute: «ho bisogno di riposo per prepararmi, nella quiete della solitudine, al grande passaggio», si legge in una delle tante lettere scritte in quegli anni. Egli trascorse i successivi quattro anni nella casa passionista di Manduria, in semplicità e preghiera, come visse. Nella nostra città, mons. Faggiano morì il 2 maggio 1960. Ai solenni funerali, che si svolsero nella Collegiata di Manduria, erano presenti numerose autorità religiose e moltissimi fedeli, alcuni dei quali provenienti dalla diocesi di Cariati. Inizialmente tumulato nella cappella dei Passionisti nel cimitero di Manduria, il feretro di mons. Faggiano fu poi trasferito a Cirò Marina, nel santuario della Madonna d’Itria, da lui fondato appena eletto vescovo di Cariati, in una tomba rivestita di granito rosso, sulla quale è collocato un pregevole busto in bronzo, opera dallo stimato scultore salentino Salvatore Spedicato (già direttore dell’Accademia di Belle Arti di Lecce).
Dal 1987 al 1991 si è svolto il Processo informativo diocesano per la canonizzazione dell’illustre prelato.
Intitolata a Mons. Eugenio Raffaele Faggiano è anche la “Casa di Spiritualità”, una struttura esistente nel convento dei Padri Passionisti a Manduria, con la finalità di ospitare piccoli gruppi di preghiera impegnati in ritiri e attività spirituali. Fra i vari ambienti di cui essa si compone, meritano attenzione la cappella privata e un museo, dove sono conservati oggetti e arredamenti sacri appartenuti ai Padri Passionisti delle missioni, oppure pervenuti in seguito a lasciti testamentari di devoti, oltre alla stanza e allo studio dove mons. Faggiano trascorse gli ultimi anni della sua vita, e dove sono gelosamente custoditi i paramenti e gli oggetti sacri a lui appartenuti.
Proprio nella cappella del Convento si conserva un pregevole bassorilievo in cartapesta dipinta realizzata dall’artista Giuseppe Manzo (1849-1942) e da questi donata a mons. Faggiano in occasione del 25° anniversario dell’ordinazione sacerdotale (1 giugno 1903 - 1928).
Il bassorilievo è racchiuso in una cornice di ottone ornata da motivi floreali, e raffigura la Madonna che regge con il braccio sinistro Gesù, in una nuvola celeste. La Vergine è avvolta in un mantello celeste dal bordo dorato, sotto il quale si intravvede una tunica rosa. Il Bambino, che indossa una tunica bianca, in parte coperta da un mantello verde chiaro dai bordi dorati, regge con la mano destra due croci di guerra. In basso a destra è collocato San Gabriele, vestito con l’abito dell’ordine, proteso con le mani e con lo sguardo verso la Madonna, in atteggiamento di venerazione. Sullo sfondo, sono dipinti i conventi passionisti di Puglia e Calabria. In alto a sinistra due angeli abbracciati reggono un cartiglio recante la seguente scritta: “I.X.P. CAUSA NOSTRA LAETITIAE ORA PRO NOBIS ET LAETIFICA PERAMENTEM N. PROV. A LATERE IESU”.
Bibliografia: Liguori Romano, “Profilo di un uomo del nostro tempo”, relazione tenuta nell’incontro culturale del 14 novembre 1897 a Salice Salentino; P. Marcello Spagnolo, ‘Mons. Eugenio Raffaele Faggiano (Profilo biografico)’, in “Cenni necrologici”, 11, 1955-61, XIX, pp. 29-35, Arch. Gen. C.P. Roma; Polito Salvatore, “La cartapesta sacra a Manduria (secc. XVIII-XX)”, Ed. CRSEC, Manduria 2002.
Sitografia: https://www.spazioapertosalento.it/news/monsignor-eugenio-raffaele-faggiano-il-vescovo-missionario-amato-dal-popolo/
Nelle immagini: mons. Eugenio Raffaele Faggiano; bassorilievo in cartapesta dipinta di G. Manzo.
Per la realizzazione di questo articolo, si ringrazia la Comunità Passionista di Manduria, nella persona del parroco, padre Pietro Ludovico Conenna, e di padre Lombardo Lonoce, vice postulatore, per il materiale esclusivo fornito (testi e foto) e per la loro cordiale disponibilità.