Il Presidente nazionale della Cia a Bari per affrontare la crisi dell’olio
Ieri mattina il Presidente nazionale della Cia Giuseppe Politi ha presieduto la riunione della giunta regionale della Cia Puglia appositamente convocata dal presidente regionale Antonio Barile per discutere della pesante crisi che sta attanagliando il comparto olivicolo pugliese e per cercare di indicare delle soluzioni per il superamento della crisi.
“In Puglia il comparto olivicolo – ha evidenziato il presidente della Cia Puglia Antonio Barile – ha una notevole incidenza. In Puglia, infatti, vengono coltivati ad olivo oltre 360mila ettari, 60 milioni di piante di cui 5 milioni secolari, con l’impiego di 9 milioni di giornate di lavoro autonomo e dipendente. I costi di produzione sempre più elevati, i prezzi di vendita sempre più bassi, gli oneri sociali sempre più ingenti, le sofisticazioni con le invasioni del mercato di olio estero di dubbia qualità, e la siccità delle settimane scorse hanno messo in ginocchio i produttori della nostra regione. Ad oggi – ha concluso Barile - nessun impegno del ministro Zaia è stato registrato nella nostra regione. Servono iniziative comuni ed una strategia politica, economica e di mercato nazionale e regionale per affrontare e risolvere questa crisi senza precedenti”
“Nel settore olivicolo – ha spiegato il presidente nazionale della Cia Giuseppe Politi – negli ultimi anni non sono avvenuti grandi cambiamenti. Oggi ci troviamo ad affrontare questa emergenza ma dobbiamo allo stesso tempo avere un’idea per affrontare in maniera decisa e con maggiore sicurezza tutto il problema per dare stabilità ad un settore produttivo strategico. Nel settore dell’olio – ha proseguito Politi – manca una linea programmatica del ministero, manca una politica agricola nazionale e degli indirizzi specifici a livello nazionale. Come Cia condividiamo appieno la piattaforma di richieste scaturite nelle settimane scorse dalle assemblee e dalle mobilitazioni territoriali. Servono, dunque. interventi finalizzati a superare l’emergenza, ma allo stesso tempo non si può continuare a vivere in emergenza. Servono linee programmatiche per valorizzare e tutelare il prodotto: etichettatura, origine certa del prodotto e controlli. In tutto questo anche gli agricoltori debbono fare qualcosa. Serve – ha concluso Politi - l’aggregazione del prodotto e le associazioni di produttori. Bisogna, in sostanza, dotarsi di strumenti per cercare di aggredire il mercato”.
La Cia, dunque, è impegnata a livello nazionale per far recuperare al settore olivicolo quella redditività che, attualmente, non permette alle aziende agricole di andare avanti.
La giunta regionale della Cia, in conclusione, ha ribadito con forza la necessità di mettere in atto quanto già chiesto in passato e sino ad oggi mai attuato:
- un piano concreto di controlli contro le sofisticazioni, mirati prioritariamente a tutte le bottiglie in commercio nella distribuzione (negozi, supermercati, ipermercati, grande distribuzione), e prevedendo in particolare verifiche chimico-fisiche ed organolettiche approfondite. Oggi, infatti, su 9 bottiglie che dichiarano di contenere olio extravergine solo 7 lo contengono veramente e 2 non dicono la verità, cioè non contengono extra vergine. Delle 7 bottiglie, poi, 4 soltanto sono di olio extravergine italiano e 3 di olio extravergine estero. Naturalmente il tutto viene venduto per italiano;
- il blocco delle autorizzazioni alle importazioni con il meccanismo del Tpa (Traffico di perfezionamento attivo);
- il ritiro di significative quantità di olio da parte di Agea da destinare agli aiuti alimentari, utilizzando tutti i fondi ancora disponibili dopo il ritiro del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano, e reperire in sede comunitaria risorse finanziarie aggiuntive;
- la proroga della fiscalizzazione dei contributi Inps in scadenza il 31.03.2009. In mancanza di tale provvedimento si avrebbe il raddoppio del costo contributivo delle manodopera con conseguenze catastrofiche per le aziende agricole;
- il pagamento immediato degli aiuti comunitari Agea;
- il varo di un piano straordinario per la promozione dell’olio extravergine di oliva “Made in Italy”, prevedendo anche accordi di filiera con la grande distribuzione e con il sistema delle mense, per la promozione e l’utilizzazione, appunto, dell’olio extravergine italiano;
- l’immediata applicazione del decreto ministeriale del 9 Ottobre 2007 relativo alla indicazione in etichetta dell’origine delle olive.