Ancora una indignata reazione da parte di una villeggiante
«Son passati dei giorni ma l’eco della brutta esperienza di Ferragosto continua a far discutere quanti frequentano normalmente la spiaggia e sentono di essere stati privati per alcuni giorni del diritto di accedervi, per impedimenti reali e perché consapevoli della assoluta mancanza di igiene, determinata da una presenza e permanenza per quasi 24 ore di centinaia e migliaia di esseri umani».
Mai, come quest’anno, la gente semplice (oltre che i politici) ha stigmatizzato con forza l’invasione dei “barbari” lungo le spiagge nella vigilia di Ferragosto e durante tutto il giorno seguente. L’ultimo intervento che ospitiamo è di una residente nella zona di Torre Borraco, a circa tre chilometri da San Pietro in Bevagna.
«Nel giorno di Ferragosto, su una duna ricoperta di canne, vedo abbarbicate due tende, che si moltiplicano man mano che percorro il corridoio di sabbia che conduce alla spiaggia» ricorda la signora Maria Luisa Portone. «Spiaggia? La spiaggia è uno spazio naturale i cui elementi sono il mare, in questo caso la sabbia, e delle bellissime dune … Io invece trovo una tendopoli tanto estesa e fitta che non lascia vedere altro e non lascia passare altri. Se non coloro che abusivamente e prepotentemente hanno picchettato la spiaggia già all’alba della vigilia di Ferragosto. Rinuncio all’idea di scattare foto per documentare un fenomeno che di anno in anno va assumendo forme sempre più aggressive e incontrollate. Sono troppo amareggiata.
Il popolo della notte è ancora lì in massima parte, sotto le tende a smaltire i bagordi, ma cominciano ad arrivare persone che - pur non avendo dormito fino alle 3.30 della mattina perché un megafono con altoparlante dalla spiaggia portava musica e schiamazzi oltre la litoranea – vorrebbero usufruire anch’esse di questo tratto di spiaggia per trascorrere una giornata al mare.
Ma … i bambini spalancano gli occhi delusi e quasi spaventati, tra gli adulti qualcuno borbotta, altri imprecano contro il governo, l’Amministrazione, il consumismo, i vizi dei giovani, i più anziani inorridiscono. Comunque di qua non si passa … si torna a casa».
Un quadro comune a quasi tutti i 18 chilometri di costa di Manduria.
«Tutto normale e da tollerare? Dove avranno potuto costoro espletare le loro funzioni fisiologiche?
Possibile che questi utenti delle spiagge manduriane, siano essi locali o ospiti temporanei, non sentano il bisogno di protestare in massa presso le istituzioni preposte perché una tale tirannia venga finalmente stroncata una volta per tutte?
Non basta coinvolgere alcuni di noi manduriani nelle proteste sperando che si facciano portavoce. Ciò ha poco valore e incisività».