E’ implicata o meno Sabrina? Il dubbio di tanti
Decine e decine di cittadini comuni per la strada antistante la Stazione dei Carabinieri di Manduria che si confondevano tra le telecamere e i microfoni delle più conosciute testate televisive, tutti lì uniti a sfidare le minacciose nuvole del pomeriggio di una giornata manduriana all’insegna degli interrogatori ai protagonisti principali del “Delitto di Avetrana”: Michele e Sabrina Misseri.
Gente spinta probabilmente da un misto di curiosità per l’evento tragico al momento mediaticamente altisonante, ma forse allo stesso tempo anche da un piccolo desiderio o sete di verità e giustizia in merito a quel 10% mancante dalle indagini, così come dichiarano gli organi inquirenti.
Dalla palazzina del Comando non trapela nulla, persino le tapparelle della facciata vengono chiuse per non dare alcuna possibilità agli zoom televisivi di violare il ‘segreto istruttorio’ professionalmente mantenuto dalle autorità giudiziarie, che dal 26 agosto ad oggi ininterrottamente spremono ogni persona e ogni luogo che ha dato supporto all’orrida vicenda.
Dalla palazzina del Comando non trapela nulla, persino le tapparelle della facciata vengono chiuse per non dare alcuna possibilità agli zoom televisivi di violare il ‘segreto istruttorio’ professionalmente mantenuto dalle autorità giudiziarie, che dal 26 agosto ad oggi ininterrottamente spremono ogni persona e ogni luogo che ha dato supporto all’orrida vicenda.
Il piantone del corpo di guardia respinge gentilmente uno a uno i giornalisti accompagnati dai cameraman che tentano di captare l’incaptabile. In via Dentice n° 18 persone di ogni età ed estrazione sociale quelle appostate, ma con un unico sospetto al limite della convinzione più netta: «c’entri o no la figlia Sabrina, il contadino reo-confesso del tremendo assassinio e necrofila violenza sessuale, non ha potuto fare tutto da solo».
A.V.