Un arresto ad Avetrana, invece, per detenzione di congegni esplosivi
Giro di vite per la criminalità locale sul versante orientale della provincia jonica, posto in essere dai carabinieri della Compagnia di Manduria, diretti dal Luogotenente Giuseppe INGROSSO, la cui attività, che non conosce battute d’arresto, continua a conseguire risultati ragguardevoli. Nella prima mattinata odierna i carabinieri della Stazione di Avetrana, comandati dal Maresciallo Aiutante Fabrizio VIVA, unitamente a quelli del Nucleo Operativo e Radiomobile di Manduria, comandati dal Maresciallo Aiutante Francesco RECCIA, a seguito di una perquisizione domiciliare, hanno tratto in arresto PESARE Antonio, 46enne di Avetrana, già noto alle forze dell’ordine (lo vediamo nella foto), trovato in possesso di una decina di detonatori e più di un metro di miccia per esplosivi, nonché un ingente quantitativo di munizioni, il tutto detenuto illegalmente. L’attività dei carabinieri di Avetrana e di quelli di Manduria è il frutto di un attento e costante controllo del territorio che, supportato da oculati accertamenti info-investigativi, ha garantito di controbattere in maniera risoluta e tempestiva ad alcuni recenti episodi che hanno interessato la proprietà privata dei cittadini del luogo, che in alcuni casi, perlopiù sporadici, sono stati vittime di furti e danneggiamenti.
La risposta dei militari dell’Arma non si è fatta ad attendere, e prima ancora che certi episodi potessero dilagare, hanno deciso di effettuare una serie di controlli mirati, che hanno già portato ai primi risultati. Incentivata anche l’attività preventiva sul territorio con il potenziamento dei servizi perlustrativi, non trascurando anche quello sul controllo sulla circolazione stradale.
Il PESARE non è nuovo a questo tipo di reato, atteso che i carabinieri di Avetrana, già in passato, e precisamente al fine del 1996, lo avevano tratto in arresto poiché trovato in possesso di un pistola calibro 7,65 con matricola abrasa, diverse munizioni, e circa 3 chilogrammi di polvere da sparo ed oltre 30 metri di miccia a lenta combustione (che vediamo nella foto accanto).
Nel frattempo sempre i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile, a seguito di una segnalazione di un pensionato di Manduria, proprietario di un abitazione diroccata nella frazione marina di San Pietro in Bevagna, hanno sequestrato una serra per la coltivazione forzata di 56 piante di marijuana, quasi tutte dall’arbusto alto più di un metro, riscaldate con l’utilizzo della luce artificiale prodotta da alcune potenti lampade alogene e l’impiego per l’irrigazione di acqua prelevata da un pozzo artesiano ubicato nel giardino della casa, dove all’interno di una stanza, ignoti avevano collocato la piantagione. Per giorni l’abitazione è stata sorvegliata dai militari, nella speranza che qualcuno andasse ad innaffiare la coltivazione, ma con ogni probabilità i controlli serrati degli ultimi giorni dei carabinieri della Compagnia di Manduria hanno indotto, per ovvia opportunità, ad abbandonare la droga (cge vediamo nella foto accanto), che è stata così recuperata e sottoposta a sequestro per la successiva distruzione. Quest’ultima, se collocata sul mercato dello spaccio, avrebbe fruttato diverse centinaia di euro. Un duro colpo, pertanto, per coloro che trafficano gli stupefacenti, a discapito dei tanti giovani, sempre più in aumento, che si lasciano attrarre, a volte irreparabilmente, dal gusto del proibito.
L’intera attività di Polizia Giudiziaria concretizzata dai carabinieri è stata seguita dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Taranto – Dott. Alessio COCCIOLI..