Chiede ai magistrati di accertare se esistono delle responsabilità
«La Procura della Repubblica individui i responsabili della mancata bonifica delle circa 10 tonnellate di “sfridi” di manto bituminoso che erano state occultate a marzo, sotto uno strato di sabbia, a circa 10 metri dalla battigia, in un tratto di spiaggia di San Pietro in Bevagna».
L’ambientalista savese Mimmo Carrieri coinvolge la Procura della Repubblica su un brutto episodio che si è verificato negli ultimi mesi a Manduria. A partire dal marzo scorso, quando, ovvero, furono trovate tonnellate di “sfridi” di manto bituminoso occultate sotto un tratto di spiaggia di San Pietro in Bevagna.
«Nei giorni successivi ad un primo mio esposto, gli agenti della Guardia di Finanza della Tenenza di Manduria, prontamente intervenuti, operavano il “sequestro preventivo” dell’area interessata all’inquinamento, delimitando il perimetro con tabelle e nastro rosso indicante il pericolo».
Durante l’estate, benché la zona fosse stata delimitata, la spiaggia è stata frequentata da migliaia di bagnanti, forse inconsapevoli che, a causa dei raggi del sole, in quell’area si registravano esalazioni di catrame.
«A luglio ho inviato un altro esposto, tra gli altri anche al sindaco del Comune di Manduria, nel quale lamentavo l’inerzia e l’indifferenza sin lì dimostrata da parte di tutte quelle autorità pubbliche che, con solerzia, sarebbero dovute intervenire per far bonificare l’area ancor prima dell’arrivo della stagione estiva. Con nota del 21 luglio, a firma dell’ing. Antonio Pescatore, dirigente dell’Ufficio Ecologia ed Ambiente del Comune di Manduria, venivo informato che, con provvedimento del 3 maggio, erano stati diffidati alcuni privati, indicati come “committente ed autore materiale” della violazione di abbandono di rifiuti speciali (catrame), a provvedere alla rimozione, ed al regolare smaltimento degli stessi ed al ripristino dello stato dei luoghi nel perentorio termine di 45 giorni dalla data della notifica (12/05/2010)».
A questa diffida, però, non c’è stato alcun seguito: tutto è rimasto fermo. Sino a quando, un mesetto fa (come si vede dalla foto), il manto stradale bituminoso prima ricoperto dalla sabbia, e poi scoperto dalle mareggiate, è stato quasi del tutto trasportato in mare dalla risacca.
«Purtroppo, mi duole dover ancora una volta segnalare un’ulteriore sconfitta per l’ambiente ma anche chi ne fruisce. E’ triste dirlo, ma tutto quanto è avvenuto nella totale noncuranza dei danni ambientali già prodotti e di quelli che inevitabilmente potranno prodursi, considerato che il catrame non fa parte di quei materiali biodegradabili, e che, in quanto tale, potrebbe costituire deturpamento all’ecosistema nonché probabile tossicità per gli organismi acquatici. Alla luce di tutto questo, chiedo all’Autorità Giudiziaria di perseguire i responsabili delle fattispecie penalmente rilevanti che si dovessero ravvisare in questo episodio».