mercoledì 30 ottobre 2024


09/12/2010 06:51:28 - Manduria - Attualità

Il giro delle epoche in un giorno solo

Business da una parte, il segno dei tempi che cambiano dall’altra, per quel che riguarda la moda d’importazione. La tradizione nel mezzo! Così accade che l’inizio ufficiale delle festività di Natale, che per la cristianità coincide con l’Immacolata, sia segnato dal nuovo baluardo del trendy in fatto di regali: l’usato, americanata in versione small declinata al paesano, diffusione pandemica nelle grandi città italiane e passatempo di lusso delle signore della borghesia bene.
La democrazia, successivamente, ha fatto il resto, la globalizzazione pure. Ed ecco arrivare mercatini ad hoc sparsi per vicoli, piazzette e dintorni perché signori si nasce e non si diventa.
Anche Manduria, perciò, ha vissuto il suo giorno da leoni con il  mercatino che ha occupato viale mancini in occasione della seconda Fiera dell’Immacolata, organizzata dall’Amministrazione Comunale e dall’Associazione Tempi Antichi, sotto la minaccia della pioggia che, fino all’ultimo ha concesso clemenza agli interessati che si sono potuti concedere un bagno nel passato e nel modernariato più recente.
Porcellana, mobili antichi, vasellame, cristallerie, il fascino delle radio d’altri tempi, statuine ed ette, specchi, complementi d’arredo e quanto fa retrò a portata di vista e di portafogli, per un regalo diverso da presentare ad amici e parenti sotto l’albero a dispetto dell’omologazione o dell’high-tech che detta gusti e tendenze, sempreverde in cima ai desideri ed ai sogni di tutti.
Non solo shopping, ma un vero e proprio salto nell’aldilà, stando ai commenti dei passanti, che si sono concessa l’occasione di un revival nel passato a caccia di oggetti déjà vu in casa della nonna estinta o di qualche conoscente, ospite fisso della soffitta o finito nella spazzatura, prima che l’avvento del Kitsch ci facesse apprezzare le mode dei tempi andati, relegati ormai, in qualche angolino o edicola votiva dell’antichità in spazi definiti dall’architettura moderna living space, o ambiente unico per i profani, delle nostre case, a metà tra il superfunzionale e il “muro del pianto e  del ricordo”, quasi una sorta di altare della commemorazione dell’artigianato del caro estinto.
L’idea “c’era una volta”...ha evidentemente fatto colpo. Catturano lo sguardo ed il cuore  gli oggetti in esposizione, chiosati da commenti e frecciatine stizzite sull’ultimo avvistamento ufficiale in casa materna o paterna prima che se ne ritrovassero le tracce, non si sa come, nelle dimore di qualcun altro, facendo diventare il sangue acqua ed il detto parenti serpenti il canto di Natale per eccellenza.
Insomma il refrain della norma consolidata in fatto di odi intrafamiliari, vendette trasversali, procedimenti protocollati e finiti sotto la polvere dei tribunali nel nome della più classica questione di principio. Nonostante tutto, vince la tradizione in un tempo che vuole la tradizione, che circoscrive in casa ciò che il resto dell'anno respinge fuori dalle mura domestiche. In fondo in fondo almeno una volta l'anno si può.

Mimmo Palummieri










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