Da ora non solo on line, ma anche nei bar
Non solo on line. Adesso il poker texano - tecnicamente Texas Hold’em - si potrà giocare anche nei locali pubblici. Nei circoli privati e non, nelle salette attigue ai bar, ed in tutti quei luoghi dove proprietari e gestori si siano dotati dell’autorizzazione al gioco delle carte. Lo ha stabilito la sentenza pronunciata venerdì scorso dal Tar sezione di Lecce (il Tar è il Tribunale amministrativo regionale), sulla scorta del ricorso, che per conto di un imprenditore di Manduria, era stato presentato dagli avvocati Paolo Lorenzo del foro di Lecce e Marianna Depasquale del foro di Taranto.
Va detto subito, che il gioco, una sorta di Telesina in cui vengono però utilizzate tutte le carte del mazzo, non potrà essere libero. Nel senso che, così come avviene con i videopoker, l’entità delle scommesse dovrà essere limitata (nel caso specifico a 30 euro), e le eventuali vincite corrisposte in regali o consumazioni, e giammai in denaro. La sentenza del Tar, la prima in Italia, farà sicuramente da apripista per altri pronunciamenti, perché sino a ieri, tutte le richieste per la concessione del gioco del poker texano nei locali pubblici e privati, erano state respinte. In prima istanza dalle Questure, perché è presso gli uffici della polizia di Stato che devono essere presentate le domande, e poi anche dai Tar di mezza Italia, dov’erano stati presentati i ricorsi.
Ai più, era parso quantomeno strano, che on line, il Texas Hold’em si potesse giocare, naturalmente con tutte le prescrizioni e le restrizioni dettate dalla legge, previa una semplice autorizzazione ministeriale, mentre altrove era vietato perché considerato alla stregua di un gioco d’azzardo. Ma va da sé, che ogni gioco con le carte, per non dire dei videopoker, può essere trasformato in un gioco d’azzardo, se tale viene reso da chi lo pratica e da chi lo gestisce. Tutto sta nell’obiettivo che si prefiggono gli uni e gli altri. Ma on line oppure nei locali, il Texas Hold’em dovrà sì giocarsi entro il limite dei 30 euro e senza vincite in denaro, ma illecitamente, anche con ben altre somme. Salvo irruzioni delle forze dell’ordine, che per altro oggi vengono fatte anche in un bar dove è installato un videogioco, che all’occorrenza viene trasformato in una macchinetta mangiasoldi.