Parola di scout
Trent’anni di presenza scout a Manduria, festeggiati in pompa magna domenica scorsa, in coda ad un freddissimo week-end di fine inverno, con una migrazione di parentado di commilitoni provenienti da ogni dove della regione Puglia.
In spalla lo zaino, scarpe per lunghi percorsi, giacca a vento per combattere Eolo, calzoncini blu, foulard verde e la fedeltà sulle dita per gridare al mondo e non solo, a Manduria, divenuto l’ombelico dello scoutismo, just one night, la propria adesione al giuramento d’Ippocrate dello scout: “Il grande aiuta il più piccolo, promettendo sull’onore di fare il proprio meglio per compiere il dovere verso Dio, il paese, gli altri, in ogni circostanza, nel nome della legge scout”, trasversale a neofiti lupetti, reparti, clan.
Accade così che l’invasione dei calzoncini blu, ponga sotto stadio d’assedio gli angoli del nostro paese da sabato a domenica, sfoderando il meglio del repertorio dell’allegro pellegrino nei termini di canti per l’animazione della Messa celebrata alla luce del sole di una Piazza Garibaldi gelida, giochi di gruppo, colazione al sacco, schemi a prova di noia per ospiti, quel tanto di stanchezza da portare in eredità come zavorra sui banchi di
scuola o sul posto di lavoro modello bomboniera della giornata da trenta candeline.
Tre decadi per raccontare una storia, che incrocia l’evolversi sociale, culturale e spirituale del nostro comune, che segna il passaggio di staffetta tra generazioni di padri e figli, che oltre a trasmettere i caratteri cromosomici, hanno trasmesso la taglia che fu di camicie e pantaloni, e su tutto la voglia di una vita on the road alla conquista di quel quid in più nell’esistenza che evidentemente fa la differenza. In fondo i fondo i veri
trasgressivi sono loro, gli scout che scelgono la normalità allo sballo del sabato sera, in cambio di una tenda e di un kit di ricette fai da te per sopravvivere fuori dagli effluvi della cucina di mamma, due giorni, by night compresa.
Beh cosa dire, tanti tanti auguri, ben portati, da moltiplicarsi in tante future decadi.
Mimmo Palummieri