Una bottiglia incendiaria anche contro il portoncino della casa paterna: a chi dà fastidio la sua opera pastorale?
E’ il secondo attentato intimidatorio in pochissimi giorni. Un gesto, ancora più chiaro e mirato rispetto al primo, che lascia perplessa e sgomenta l’intera comunità manduriana.
Prima la bottiglietta incendiaria lanciata, dal vicolo attiguo alla chiesa Matrice, sotto la parte anteriore dell’auto di mons. Franco Dinoi, nel giorno della vigilia della festività patronale e proprio mentre l’arciprete manduriano era intento a celebrare la funzione religiosa serale. Nonostante ad un paio di metri ci fosse un fedele, con un banchetto, a raccogliere le offerte.
«Non ho idea di chi possa essere stato» fu il primo commento di mons. Dinoi. «Probabilmente hanno sbagliato auto…».
Pochi giorni dopo, la scorsa notte, ecco il secondo “avvertimento”: un’altra bottiglietta incendiaria lanciata sul portoncino della casa paterna dell’arciprete.
Ormai non ci sono più dubbi: ad agire è qualcuno che conosce bene mons. Dinoi.
«Non ho nessun sospetto, anche se è chiaro che non si tratti più di un errore» sono state le poche parole dell’arciprete dopo il vile atto. «Ci siamo svegliati subito, non appena c’è stata la fiammata e abbiamo chiamato i vigili del fuoco».