«Noi, scavalcati dal Governo centrale: avremmo potuto dare utili consigli»
«Ero a Roma insieme al governatore Vendola, l’altro giorno, presso il Ministero degli Interni. Insieme abbiamo offerto la disponibilità della nostra regione ad accogliere la popolazione che fugge via da luoghi di guerra. Due giorni dopo, senza neppure essere avvisati, abbiamo appreso che il Governo aveva deciso di allestire un Centro di Identificazione ed Espulsione qui a Manduria. Ora abbiamo rassicurazioni da parte dei rappresentati della Prefettura sulla finalità di questo campo base, che potrebbe essere utilizzato come Centro di Prima Accoglienza. Resta però in noi un grande dispiacere: quello di essere stati completamente scavalcati».
Nicola Fratoianni, assessore regionale all’Attuazione del Programma, ha così riassunto la posizione della Regione Puglia sulla decisione del Governo di attrezzare una tendopoli a Manduria. In visita a Manduria con il collega Fabiano Amati, assessore alla Protezione Civile e ai Lavori Pubblici, ieri pomeriggio Fratoianni ha rimarcato le perplessità della Regione.
«Se ci avessero consultato, avremmo sicuramente fornito dei suggerimenti al Governo» aggiunge l’assessore Fratoianni. «Invece di un campo base per 550 profughi, che può costituire un problema per una cittadina come Manduria, avremmo invece consigliato un tipo di accoglienza a basso impatto: ad esempio, dieci centri da 50 profughi. Sarebbero stati accettati più facilmente dalla popolazione, sarebbe stata migliore qualitativamente l’accoglienza e sicuramente si sarebbero anche risparmiati dei soldi».
L’assessore Fabiano Amati, che ha indossato la divisa della Protezione Civile, ha invece spiegato la finalità di questo sopralluogo e le sue preoccupazioni.
«Siamo venuti a Manduria per vedere con i nostri occhi cosa si sta allestendo e, quindi, per evitare di parlare solo per “sentito dire”» ha esordito Amati. «Ho apprezzato la professionalità dei vigili del fuoco, che ancora una volta hanno dimostrato di riuscire, in pochissimo tempo, a trasformare un’area abbandonata in un’attrezzata e funzionale tendopoli. Resta in me però la preoccupazione su come sarà utilizzato questo campo base. Sarà una sorta di area di reclusione in cui si procederà ad identificare ed espellere i profughi (le procedure, ovvero, che si adottano nel C.I.E.), oppure sarà un campo in cui i profughi saranno liberi? Noi siamo per il massimo rispetto di questa gente. Ma anche per una equa distribuzione in tutte le regioni d’Italia. Posso promettere, però, che vigileremo».