MANDURIA - Depuratore, reazioni contrastanti all'esito della conferenza dei servizi di Bari
  • martedì 04 febbraio 2025

MANDURIA - Depuratore, reazioni contrastanti all'esito della conferenza dei servizi di Bari

06/07/2018 05:32:38 - Manduria - Attualità

Le osservazioni del Comitato per la Tutela del Territorio e la posizione del consigliere regionale Morgante

 

Amarezza per la decisione del commissario straordinario Vittorio Saladino di non tenere conto della volontà popolare da un canto, soddisfazione per il nuovo passo in avanti compiuto lungo l’iter della realizzazione dell’impianto di depurazione dall’altro.

Le reazioni all’esito della prima parte della conferenza dei servizi di Bari sono contrastanti. C’è chi, a Manduria, non si sente rappresentato dalla posizione espressa dal prefetto in pensione Saladino, componente della commissione straordinaria che amministra la città, favorevole al progetto e anche, pertanto, alla localizzazione del depuratore. Attraverso i social c’è già chi ipotizza una nuova manifestazione di piazza.

MORGANTE - Ma c’è anche chi, come il consigliere regionale Luigi Morgante, prende atto che il lavoro sin qui svolto è corretto.

«Per il depuratore di Sava e Manduria è stato compiuto un ulteriore passo in avanti».

E’ questo il pensiero del consigliere regionale Luigi Morgante circa l’esito della conferenza dei servizi.

«La conferenza dei servizi svoltasi a Bari (un incontro tecnico che non richiedeva la mia partecipazione) ha confermato la bontà dell’azione politica da me portata avanti già da tanti anni, al fine di garantire la funzionalità del nuovo depuratore nell’interesse della salute pubblica e dell’ambiente» sostiene il consigliere regionale manduriano. «Un’azione che ha sempre avversato l’ipotesi della condotta sottomarina e di uno scarico a mare, fin anche alla richiesta di eliminazione del buffer 2 e dello scarico di emergenza a mare (quello di ruscellamento al suolo) dal progetto definitivo, e di collocazione  invece dello scarico di emergenza nell’area di sedime del depuratore stesso.

Istanze che sono state pienamente accolte e recepite dall’esecutivo regionale e dalla struttura tecnica, dopo proficui e costruttivi confronti con le parti interessate, sempre nell’interesse collettivo che dovrebbe essere prevalente su ogni interesse particolare. L’auspicio è quindi che si proceda verso la conclusione di questo iter, ovviamente complesso, superando polemiche e divergenze, per arrivare alla fase esecutiva dei lavori il cui inizio è previsto per il prossimo settembre».

COMITATO PER LA TUTELA DEL TERRITORIO - Fra gli ambientalisti, il Comitato per la Tutela del Territorio, che opera ad Avetrana ma che ha fra i propri attivisti anche cittadini di Manduria, ha reso note, ieri, le osservazioni al progetto prodotte, che dovranno essere valutate prima del rilascio della nuova Valutazione di Impatto Ambientale.

«Nella Relazione Paesaggistica, il proponente invoca la deroga dell’art. 95 - comma 1, previste per le opere pubbliche o di pubblica utilità, “purché in sede di autorizzazione paesaggistica o in sede di accertamento di compatibilità paesaggistica si verifichi che dette opere siano comunque compatibili con gli obiettivi di qualità di cui all’art. 37 e non abbiano alternative localizzative e/o progettuali”» ricorda il Comitato, secondo cui, però, «non solo le opere non sono compatibili con gli obiettivi di qualità di cui all’art. 37, ma non vi è alcuna dimostrazione che non vi siano alternative localizzative che invece ci sono. È proprio l’ubicazione scelta (classificata “Zona ad Elevata Sensibilità Ambientale”) che rende il nuovo impianto di depurazione delle acque reflue fortemente in contrasto e antitetico con il reale perseguimento degli Obiettivi di Qualità, soprattutto l’Obiettivo 2 (Migliorare la qualità ambientale del territorio) e l’ Obiettivo 9 (Valorizzare e riqualificare i paesaggi costieri della Puglia sia con gli Indirizzi e le Direttive della Normativa d’uso della Sezione C).

Inoltre» si legge nella conclusione delle osservazioni del Comitato per la Tutela del Territorio, «il progetto nel suo complesso, ab origine, è incompatibile con l’art. 2 “Finalità” e l’art. 4 “Norme generali di tutela del territorio e dell’ambiente naturale” della legge regionale n. 24 avente per oggetto l’“Istituzione delle Riserve Naturali Regionali Orientate del litorale tarantino orientale”».





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