Nuove notizie e documenti
Di recente mi sono imbattuto in una curiosa notizia che sembra modificare alcune conoscenze date ormai per certe dalla storiografia locale: l’oggetto è il conferimento a Manduria del titolo di Città ed il tempo in cui ciò sarebbe avvenuto.
Tutti gli storici locali, infatti, hanno fin qui ritenuto che l’avvenimento risalga al 14 febbraio 1895, quando, con proprio decreto, Re Umberto I concesse al Comune di Manduria, allora in provincia di Lecce, l’ambìto titolo civico.
E, in effetti, la documentazione ufficiale finora a disposizione é questa.
Senonché, da un volume di Giuseppe Maria Alfano dal titolo “Istorica descrizione del Regno di Napoli diviso in dodici provincie, in cui si fa menzione delle cose più rimarchevoli di tutte le città, terre, casali, villaggi, fiumi ... “, stampato a Napoli presso Vincenzo Manfredi nel 1798, più volte ristampato e molto noto ed usato all’epoca (tant’è che copie dello stesso si conservano ancora in varie biblioteche italiane), traggo la seguente indicazione, riportata alla voce Casalnuovo: “Terra: Dioc. Di Oria, Regia, d’aria buona, fa di popolazione 4338.”.
Fino a questo punto, potremmo dire, tutto secondo le aspettative.
Ma nelle note di aggiornamento e correzione del testo, riportate alla fine del volume, viene aggiunto: “CASALE NUOVO: oggi detto Manduria per Sovrano Comando, e dichiarata anche Città di grazia.” (1).
La seconda parte della notizia contenuta nella nota di aggiornamento presenta elementi di assoluta novità: infatti se, da un lato, il “Sovrano Comando”, a cui fa riferimento l’autore, è il noto provvedimento di Ferdinando IV di Borbone, re di Napoli (in seguito Ferdinando I, come re delle Due Sicilie) che, nel 1789, aveva restituito l'antico nome di Manduria, dall’altro l’affermazione che, al tempo della stampa del libro (anno 1798), la nostra cittadina fosse stata “dichiarata anche Città di Grazia” (ossia per concessione regia) piomba del tutto inaspettata!
La notizia per quanto nuova, non resta isolata, ma trova conferma in una successiva ristampa dell’opera, datata 1825.
In quest’ultima edizione, il cui titolo viene leggermente modificato in “Storica descrizione del Regno di Napoli ultimamente diviso in quindici province con la mutazione di esse nello stato presente” (Napoli per i torchi di Raffaele Miranda 1825 - prima edizione 1795), è egualmente presente l’indicazione di Manduria come Città, e non più come Terra, ma questa volta la notizia è direttamente riportata nel testo (riveduto ed aggiornato) e non nelle note a fine volume. Infatti, a pag.238 è scritto: “Manduria, città, reg. allodiale in un piano, d’aria buona, dioc. D’Oria, 6 miglia distante da detta città, Era per lo adietro chiamato Casalnuovo. Produce legumi, frutti, vini, olj, mele, bambagia, e lini. Fa di pop. 4871” (2).
La trascrizione dell’informazione in versione definitiva, quindi, ne sottolinea la stabilizzazione e la verifica da parte dell’autore che, così facendo, dimostra di essere certo di quanto afferma riguardo alla elevazione dello status giuridico della nostra cittadina da “terra” a “città”.
Peraltro, come gli accorti lettori avranno certamente già notato, è appena il caso di evidenziare che tutte le restanti informazioni fornite dal testo risultano esatte. Ciò vale, infatti, per quella relativa al mutamento del nome o per l’altra riguardante il passaggio allo stato di centro urbano “regio o allodiale” e non più “feudale”, dopo l’estinzione della casata dei principi Imperiali.
L’esattezza di tali informazioni rende pertanto molto affidabile il resto della notizia riportata dall’autore e ne viene a costituire, a mio sommesso avviso, una sorta di “prova del nove” che ne certifica l’attendibilità.
Tuttavia, la mancanza dell’indicazione di date rende problematica l’individuazione dell’epoca in cui la concessione del titolo di Città potrebbe essere avvenuta. La data di ristampa del libro, da cui è tratta (anno 1798), costituisce indubbiamente un “terminus ante quem”.
La mia personale idea è che il conferimento possa essere stato coevo alla restituzione dell’antico nome di Manduria e che, quindi, lo si debba far risalire all’anno 1789 e, forse, allo stesso provvedimento regio di Ferdinando IV di Borbone.
Va detto, peraltro, che su detto provvedimento finora si è fatta confusione, in quanto il documento del 22 Settembre 1790 noto agli storici locali, in realtà non è la grazia (o decreto) reale -che noi non possediamo ancora ed è datata 14 Novembre 1789- ma è più semplicemente il bando emesso dal Preside della Provincia di Lecce, comm. Francesco Marulli, con il quale venne ordinata la esecuzione del provvedimento reale. Tale esecuzione, a quanto si legge nello stesso bando, tardava a venire e furono necessari solleciti da parte del Comune dell’epoca (o Università).
In detto bando, si noti bene, il capo dell’antica provincia idruntina, ordinava ai funzionari provinciali addetti alla pubblicazione (“Algozini e Servienti di questa Sacra Regia Udienza”) a che “conferendovi personalmente nelle sottoscritte Città, Terre e Luoghi di questa Provincia, debbiate nelle pubbliche piazze e luoghi soliti di esse, ad alta ed intelligibile voce come è di costume, emanare e pubblicare il Banno suddetto, e quanto in esso si contiene, affinché de ognuno si sappia, di essersi la prefata M. S. [Maestà Sua, n.d.a.] degnata accordare all’Università e Cittadini di Casalnuovo, di cambiarsi il suo nome di Casalnuovo in quello dell’antica Città di Manduria, essendo tale la sua Real volontà.”.
Nel bando del Preside della Provincia di Lecce, quindi, l’oggetto della volontà reale è specificato nel senso che il Sovrano di Napoli aveva autorizzato all’Università (ossia al Comune) ed ai Cittadini (che vengono denominati come tali e non più come “terrazzani” o abitanti di una “terra”) il cambio del “suo nome di Casalnuovo” con quello antico di “Città di Manduria”.
Pertanto, sembra che le stesse motivazioni (antichità, importanza storica, patrimonio artistico e monumentale, ecc.) che erano state alla base della restituzione del nome avìto (e che circa un secolo dopo saranno, nuovamente; alla base “dell’accordata grazia” di Re Umberto I) potrebbero aver condotto, con buona probabilità, anche al conferimento del titolo di Città già cent’anni prima.
Del resto, la concessione del titolo civico alla vicina Francavilla (mai più rinnovato nel periodo post unitario) sembra risalire proprio a quegli anni e, più precisamente, al 1788 (con decreto di Re Ferdinando IV di Borbone del 23 Aprile di quell’anno).
Ma, tornando alla nostra Manduria, è probabile che, col passar del tempo, si sia persa la memoria o la documentazione relativa all’evento o che, più semplicemente, si sia voluto riottenere il riconoscimento del titolo anche da parte del nuovo Stato unitario. Ciò potrebbe aver condotto, dopo l’unità d’Italia, gli amministratori dell’epoca (molto più accorti e solerti di altri che sarebbero venuti dopo) a rinnovare la richiesta.
Richiesta e relativo procedimento amministrativo che -anche grazie alla precisa relazione storica che il Comune fece redigere al concittadino Giuseppe Gigli- avrebbero avuto il noto esito favorevole con il regio decreto del 14 Febbraio 1895, emesso dal sovrano sabaudo (3).
Giuseppe Pio Capogrosso
1) Alfano Giuseppe Maria, Istorica descrizione del Regno di Napoli diviso in dodici provincie, in cui si fa menzione delle cose più rimarchevoli di tutte le città, terre, casali, villaggi, fiumi ... vi e in fine la serie cronologica di tutt'i sovrani di Napoli; ed un elenco alfabetico degli uomini illustri del Regno colle di loro patrie. Opera di Giuseppe Maria Alfano. Vi si e aggiunta carta geografica, acciò si abbia notizia della situazione di tutt'i luoghi delle dodici provincie
Napoli : presso Vincenzo Manfredi [Manfredi, Vincenzo] 1798.
Nell’opera lo status giuridico dei vari centri abitati del Regno napoletano viene indicato, a seconda dell’importanza, nei seguenti modi: “villaggio”, “villa”, “castello”, “casale”, “terra” e, infine, “città”. Per Manduria, appunto, viene riportato il titolo di “citta”.
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2) Alfano Giuseppe Maria, Storica descrizione del Regno di Napoli ultimamente diviso in quindici province con la mutazione di esse nello stato presente, Napoli per i torchi di Raffaele miranda 1825 (prima edizione 1795) pag.238.
3) Si riporta il testo del decreto reale del 14. febbraio 1895:
UMBERTO I
per grazia di Dio
e per volontà della Nazione
Re d’Italia
Ci piacque con Nostro Decreto in data quattordici Febbraio dell’anno milleottocento novantacinque concedere al Comune di Manduria in provincia di Lecce, il titolo di Città. Ed essendo stato il detto Nostro Decreto registrato, come avevamo ordinato alla Corte dei Conti e trascritto nei registri della ConsultaAraldica e dell’Archivio di Stato di Roma, Vogliamo ora spedire solenne documento dell’accordata grazia al Comune concessionario Perciò in virtù della Nostra Autorità Reale e Costituzionale dichiariamo spettare al Comune di Manduria, in provincia di Lecce, il titolo di Città. Dichiariamo inoltre che la stessa Città ha il diritto di far uso dello stemma civico miniato nel foglio qui annesso, che è: d’argento al fonte pliniano fondato sulla pianura erbosa dal quale esce un mandorlo fiorito, il tutto al naturale; la pianta accostata dalle siglie F (ons) M (andurinus) in maiuscole di nero. Lo scudo sarà sormontato da corona formata di un cerchio di muro aperto di quattro porte e quattro finestre semicircolari, sostenente otto torri merlate, il tutto d’oro; le torri unite da muriccinoli d’argento, ciascuno con una guardiola d’oro. Comandiamo poi alle Nostre Corti di Giustizia, ai Nostri Tribunali ed a tutte le Potestà civili e militari di riconoscere e di mantenere al Comune di Manduria i diritti specificati in queste Nostre Lettere Patenti, le quali saranno sigillate con Nostro Sigillo Reale firmate da Noi e dal Ministro Segretario di Stato per gli Affari dell’Interno, presidente del Consiglio dei Ministri e vedute alla Consulta Araldiva.
Date a Roma, addì ventuno del mese di Aprile dell’anno milleottocentonovantacinque, decimottavo del Nostro Regno.
Umberto
Crispi
4) Nelle immagini: le pagine riguardanti Manduria tratte dall’edizione del 1798 del citato testo di Giuseppe Maria Alfano, e il decreto di Umberto I.