Si racconta dello stupore dei pugliesi nel vedere che i trentini sapevano leggere e scrivere, tutti quanti, anche le donne e le ragazze
Circa 5mila militari della provincia di Taranto persero la vita durante la Grande Guerra. Di questi, stando alla lapide apposta nel municipio della città messapica, 140 sono manduriani.
«Si tratta, però, di una dato non preciso: consultando l’Albo d’Oro nazionale della Grande Guerra, ho trovato altri manduriani i cui nomi non sono riportati nella lapide» ha affermato Giuseppe Pio Capogrosso, avvocato, studioso di storia locale. «In rapporto agli abitanti dell’epoca (14.162), l’incidenza delle vittime, quindi, è superiore all’1%».
A Manduria non ci saranno vittime fra i civili: la Guerra era lontana. Ma il conflitto viene ricordato proprio per l’arrivo dei profughi trentini. Forse i primi profughi della storia.
«400 arrivarono dalle Valli di Primiero e del Vanoi, 290 da Venezia e dalla provincia di Treviso e 406 da Trieste e dall’Istria» ha precisato l’avv. Giuseppe Pio Capogrosso, altro relatore del convegno. «Con gli uomini al fronte, vi fu inevitabilmente l’emancipazione delle donne, cui spettò il gravoso compito di crescere i figli e di coltivare i campi».
Non pochi furono i problemi di ambientamento per i profughi, sia per la temperatura completamente diversa (dai 10 gradi delle loro terre ai 35 gradi di Manduria), sia per un’alimentazione completamente diversa.
«Dalla Grande Guerra si mutuarono anche alcuni nomi di battesimo per i neonati: oltre a Giovanni Trento Dinoi, troviamo alcuni bambini col nome di Trentino, Gorizia o, ancora, Armando e Vittorio».
Inizialmente intimoriti dall’arrivo degli “austriàcci”, ci si rese poi conto, che, in fondo, i trentini “sono come noi”.
Si racconta dello stupore dei pugliesi nel vedere che i trentini sapevano leggere e scrivere, tutti quanti, anche le donne e le ragazze. Al contrario, in Puglia l’analfabetismo era pressoché la norma. I trentini cominciarono ad aiutare gli ospitanti a leggere e poi rispondere alle lettere che arrivavano dagli uomini al fronte. Fu uno dei motivi che maggiormente avvicinò le due popolazioni.