Si tratta di una statua, di probabile fattura settecentesca, che si trova nella chiesetta di S. Agnese e che testimonia la diffusione a Manduria del culto Mariano
La recente apertura al pubblico della graziosa chiesetta di S. Agnese, sita nel cuore della città, a pochi passi dalla parrocchiale di S. Maria di Costantinopoli, è stata l’occasione per rivedere, a distanza di alcuni anni, la bella statua della Madonna della Cintura, opera di probabile fattura settecentesca che testimonia la diffusione a Manduria di questo culto mariano.
Nei secoli scorsi, i vari ordini religiosi presenti in città hanno quasi gareggiato tra loro per esprimere la propria devozione alla Vergine sotto qualche titolo particolare, solennizzandone le feste e munendosi di belle immagini plastiche e pittoriche per diffonderne il culto tra i fedeli.
Così, i frati domenicani hanno introdotto la memoria della Vergine del Rosario, commissionandone la bella statua, restaurata di recente, i serviti quella dell’Addolorata, i francescani (minori e cappuccini) e gli scolopi, rispettivamente, quelle dell’Immacolata e della Madonna di Caravaggio.
Per gli agostiniani, invece, al centro del culto mariano vi è sempre stata la Madonna venerata sotto il titolo della Cintura (o della Consolazione), ed è alla loro presenza a Manduria, nel convento di S. Agostino (o di S.Maria di Costantinopoli) che si deve l’introduzione in città del simulacro.1
E’ questo un manichino vestito, tipico della statuaria processionale pugliese (appartengono a questo genere molte statue portate in processione nella vicina Taranto, dall’Immacolata, alla Madonna del Carmine, ai SS. Medici, per citarne alcuni, oppure, a Bari, S.Nicola), ossia una statua il cui corpo, -costituito da un’armatura interna (in parte di legno, fili di ferro ed imbottita con crine e paglia) che imita le fattezze umane- viene completamente ricoperto da abiti veri, spesso assai preziosi, mentre le parti destinate a rimanere a vista (testa, mani, piedi) sono fatte in cartapesta, legno scolpito, a volte anche terracotta. 2
L’immagine raffigura Maria che regge, sul braccio sinistro, il Bambino. Come per altre statue dello stesso genere, le teste sono ornate da parrucche e cinte da corone metalliche, di foggia imperiale per la Madonna.
I fianchi delle due figure, sono stretti da cingoli neri, in origine (credo) altre cinture dovevano pendere dalle mani di entrambe, nell’atto di essere donate ai fedeli: il gesto è simile a quello della Madonna del Rosario della chiesa omonima, con la differenza che, nel nostro caso, ad essere offerte non erano le coroncine, ma le cinture.
Come anticipato, la devozione alla Cintura è espressione della spiritualità degli agostiniani e delle confraternite laicali sorte al loro interno e, secondo la tradizione più accreditata, vien fatta risalire a Santa Monica, madre del fondatore dell’ordine S. Agostino. Costei, colpita dalla perdita del marito e ancor più dalla vita sregolata tenuta dal figlio durante la giovinezza, si sarebbe rivolta alla Madonna chiedendo di essere consolata (da cui anche il nome di Madonna della Consolazione) e di sapere come fosse vestita dopo la morte di San Giuseppe. Così, le sarebbe apparsa la Vergine, con addosso una veste di colore scuro, dal taglio semplice e dozzinale, stretta in vita da una cintura nera di cuoio, che l’avrebbe esortata a vestire allo stesso modo e le avrebbe assicurato protezione e conforto. 3
Dopo questa apparizione, tutti i religiosi professanti la regola di S. Agostino, avrebbero indossato la “cintura” che, con l’abito scuro (nero) avrebbe contraddistinto gli appartenenti all’ordine.
Nell’ambiente agostiniano sarebbero poi fiorite le confraternite laicali sotto il titolo della Madonna della Cintura (Confraternitas Cinturatorum).
Una di queste dovrebbe essere esistita anche a Manduria, così come sembra indicare la tela secentesca di Giovan Battista De Porzio, un tempo custodita nella sacrestia di S.Maria di Costantinopoli, ma proveniente da un altare della chiesa, che raffigura la Vergine della Cintura con S.Agostino e S.Monica: ai piedi del gruppo di figure sacre, compaiono, oltre alla committente, proprio alcuni confratelli incappucciati e consorelle. Ma, a parte la testimonianza della tela, finora non sono state trovate altre prove nei documenti storici noti.
La festa della Madonna della Cintura viene celebrata dalla Chiesa la prima domenica dopo il 28 agosto, memoria di sant'Agostino.
Lo storico municipale Leonardo Tarentini, che pure ha detto dell’esistenza della statua e della festa della Vergine della Cintura, solennizzata quando S.Maria di Costantinopoli era officiata dagli agostiniani, ha riferito che la Confraternita della S.Croce (ora scomparsa), dopo il suo insediamento in questa chiesa (nella quale si era trasferita da quella della S.Croce, con la soppressione del convento), “siccome durante la residenza dei PP. Agostiniani si solennizzava l’altra festa della V. della Cintura, fece propria questa solennità che fissò nella seconda domenica di ottobre” precisando che “non ostante le ristrettezze in cui sempre versò questa congrega, pure spiega tutte le proprie forze, per celebrarle con la maggior pompa possibile, ad onta che non è numerosa”. 4
L’antica statua meriterebbe, quindi, di essere recuperata al culto e restaurata, ciò sarebbe doveroso se non per il suo valore artistico (che pure non manca), quantomeno per quello storico, giacché ricorda la presenza dell’ordine agostiniano a Manduria, nella chiesa di S.Maria di Costantinopoli e nell’annesso convento.
Giuseppe Pio Capogrosso
Note:
1. La seconda tradizione, invece, riconduce l’origine del culto al l’apostolo Tommaso che, giunto troppo tardi a Gerusalemme per assistere alla morte della Madonna, fece aprire il sepolcro per contemplare le spoglie della Madre di Dio; di Maria però trovò solo la cintura che divenne oggetto di speciale venerazione nella cristianità. In alcune raffigurazioni l’appellativo di Madonna della Cintura compare assieme a quello di Vergine della Consolazione.
2. Altri esempi di “Madonne vestite” presenti in città sono: la statua della Madonna del Carmine e della Madonna del Rosario delle rispettive chiese, la Vergine dei Sette Dolori di S.Michele Arcangelo, le altre statue della Vergine Addolorata di S.Lucia, del Carmine e di S.Maria di Costantinopoli, usate per i riti della Settimana Santa. Nel complesso meriterebbero di essere censite e catalogate per evitarne la dispersione.
3. Il Convento di Manduria (anticamente Casalnuovo) è riportato nel sito storico ufficiale dell’Ordine Agostiniano “Historia Augustiniana -www.historiaaugustiniana.net “ con la seguente nota: “Nella Relazione del 1650 si afferma che il convento era stato fondato 90 anni prima. Nel 1570 comunque arrivarono di sicuro a Casalnuovo, come si chiamava allora Manduria, tre o quattro frati agostiniani, a cui fu affidata nel borgo detto della Porta Grande l’antica cappella di S. Maria di Costantinopoli. Vicino a questa sorse un ospizio per 3 o 4 frati. Stettero lì fino al 1602, poi fu donato un suolo agli agostiniani da un nobile del posto e fu iniziato un nuovo monastero, la cui costruzione durò oltre un secolo.”.
4. Sac. Leonardo Tarentini, Manduria Sacra, tipografia D’Errico – Manduria 1899, pagg. 205 e ss..
Sempre l’autore, a proposito dell’antica Confraternita della S.Croce o San Rocco (che dalla chiesetta omonima di via Sant’Antonio si trasferì nel 1813 nella chiesa di Santa Maria di Costantinopoli), dice “Trasferitosi quivi il pio sodalizio, condusse l’antica statua di S.Elena, quella di S.Rocco e la Croce grande formata di ruvide travi, che si portava in processione il Giovedì Santo.”.
5. Nelle immagini: un religioso agostiniano, tratto da www.iternetculturale.it; la statua della Madonna della Cintura di Manduria nella tela di Giovan Battista De Porzio.