In questi giorni di particolare difficoltà, offriamo ai lettori un’antica invocazione rivolta dai manduriani alla Vergine Immacolata
In questi giorni di particolare difficoltà, offriamo ai lettori un’antica invocazione rivolta dai manduriani alla Vergine Immacolata riportata nell’antico libretto rinvenuto, da circa un anno, nell’archivio romano della Congregazione per la Dottrina della fede, e in corso di publicazione.
Ce la propone l’avv. Giuseppe Pio Capogrosso.
Oratione à Maria Madre di Dio
Nostra Signora.
Santissima Vergine Immacolata, che non solamente dal primo istante della tua purissima Concettione fusti cara à Dio; mà da quel primo giorno, nel quale diede Dio l'essere alle Creature, fusti alle più nobili Creature da Dio ravelata, e da quelle, come Madre del Verbo adorata: Primo parto della gratia; Prodigio il più grande della Divina Destra; Madre de giusti, & Avvocata de' Peccatori. Tù dal cui piede fù schiacciato il capo à quel Serpente Infernale, che come fulmine sfavillante d'eterno Fuoco, fù veduto precipitare da Cielo: Tù gran Regina. Tù gran Madre Dio, proteggi mè hoggi, e sempre dà i Fulmini del Cielo, dalle avversità, e pericoli tutti del Mondo, e nell'hora della mia morte dal tremendo Fulmine della Sentenza di Dio.
Mi rallegro ò Signora de' Signori, che tutto il Mondo, e tutto il Cielo siano divoti del tuo Santissimo Nome; e siano tutte le Creature obligate con modo speciale alla tua Santissima Protettione; non essendo Creatura in Cielo, & in Terra, che non habbia goduto della Protettione di Maria.
Ti prego ò trè volte Vergine, & ò sempre Immacolata, che si come ti sei degnata farmi scirvere hoggi nel numero de' tuoi Servi, e ricevermi trà quelli, che osservano l'ossequio di questa Santa Divotione d'un digiuno perpetuo in Pane, & Acqua in honore della tua Santissima Concettione Immacolata; così mi dij perseveranza in questa, & in tutte l'opere buone, che saranno in ossequio della tua Maestà, & in servitio del tuo Santissimo Figliuolo, e mio Dio; acciò perseverando io con fervore, e con sincerità senza finzione, ò fine alcuno Mondano; nel ultima hora della mia morte sia con la tua santissima Mano scritto nel Libro del'Eletti, & ammesso al Cielo, trà le felicissime Schiere de' tuoi divoti.
Se ogni cosa è possibile à Te ò Maria, ti sarà possibile ancora la salvezza, dell'anima mia; perchè se non fu a tè prescritto da Dio il numero de' tuoi Servi, potendone tù sempre di nuovo ricevere; subito che Tu mi scriverai nel numero de' tuoi Servi, Dio mi scriverà nel numero de' Predestinati. E perchè Tù sei pietosissima ò mia Santissima Signora, e non sapesti mai negar gratia, che di vero cuore ti fu dimandata; confido, e spero hoggi nella tua misericordia, che sarà da tè esaudita la mia humilissima dimanda; e per ratificarti, & osservarti quanto io ho detto, propongo hoggi à tuoi Santissimi Piedi prostrato, ò Immacolatissima Maria non solo d'esser tuo divoto in quella Vita nel Mondo, mà dopo questa Vita ancora nel Cielo.
E così sia. Amen.
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Soli DEO, e MARIA honor,
e gloria semper.
Amen.*
* Tratta dall’antico libretto “Gratie concesse da Maria Nostra Signora Immaculata a molti divoti del digiuno per pane & acqua in honore della sua purissima Concettione, col modo di fare detto digiuno perpetuo.”, stampato “In Ronciglione, per il Menichelli, Con Lic. de’ Sup. 1679”, pag.75-79.
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