Lo ricordiamo ripubblicando un articolo che Nicola Morrone ha scritto qualche anno fa, in occasione di una estemporanea di pittura alla quale parteciparono sia Mimmo Resta che Fabio Ferretti de Virgiliis
E’ venuto a mancare, improvvisamente, Mimmo Resta, un bravo pittore le cu indubbie qualità artistiche furono evidenziate in un articolo, a firma di Nicola Morrone, pubblicato circa cinque anni fa dalla nostra testata. Ve lo riproponiamo, esprimendo la nostra vicinanza e quella di Nicola Morrone alla famiglia di Mimmo Resta.
Si è svolta l’estemporanea di pittura “En Plein Air”, organizzato dall’associazione “Atnussa è Atnussa” in collaborazione con la galleria d’arte “Arte...Lù”.
La manifestazione, che si è tenuta negli spazi della villa Comunale, ha costituito un bel momento di socialità all’insegna dell’arte e della cultura, del quale hanno beneficiato i concittadini. In sostanza, a Manduria si è respirata aria di novità, rinnovando la sensazione che, anche con l’operato delle associazioni, questa città possa riconquistare l’antica dignità, oggi in buona parte offuscata.
Mentre nello spazio pubblico si svolgeva la predetta manifestazione, in un piccolo spazio privato assistevamo ad un’altra estemporanea di pittura, che vedeva all’opera due artisti: Mimmo Resta e Fabio Ferretti de Virgiliis. Invitati ad assistere alla loro performance allo scopo di documentarne fotograficamente le fasi, ci capitava, di fatto, di vedere all’opera un creativo manduriano che non conoscevamo, cioè Mimmo Resta, la cui pittura ha costituito per noi una felicissima quanto inattesa scoperta .L’artista, maturo sul piano professionale, ha in passato realizzato un gran numero di tele di varie dimensioni, le quali, unite ad un piccolo gruppo di sculture, costituiscono un patrimonio culturalmente invidiabile, che andrebbe al più presto catalogato e, se possibile, messo a disposizione del pubblico attraverso una mostra antologica.
Le opere realizzate sono sia figurative che astratte: attualmente la ricerca del pittore verte sul recupero del “segno” primitivo, nell’ambito di un ritorno ad una concezione quasi “tribale“ del fare artistico (come ci suggerisce l’amico Fabio Ferretti). Abbiamo dunque assistito ad una piacevole “gara” tra i due creativi, dall’esito significativo: ha iniziato Mimmo, ha concluso Fabio. Ne sono emerse due opere che, pur partendo dallo stesso schema, sono risultate abbastanza differenti: più libera e sicura quella di Mimmo, che ha proposto una composizione vigorosamente essenziale e cromaticamente calibrata, conclusa poi con un “dripping” di pollockiana memoria; più calcolata quella di Fabio, che si apprezza per il rigore “logico” dello schema.
Ma per Fabio la mattinata ha costituito soprattutto la possibilità di ritornare a confrontarsi, per un attimo, con uno dei suoi primi maestri, l’autodidatta Mimmo Resta, e con la sua concezione libera e gioiosa del fare artistico, che non ammette “mediazioni accademiche” di sorta. A noi, cronisti di questa estemporanea “alternativa”, rimane lo stupore per ciò che abbiamo visto, e un pugno di fotografie che ce lo ricorderanno.
Nicola Morrone