Un emozionante salto a ritroso in un secolo, quello scorso, caratterizzato, nella città messapica, da una fiorente attività culturale
C’era(no) una volta…
Un incipit che calza a pennello per la narrazione, attraverso documenti e locandine d’epoca, che Vincenzo Stranieri consegna ai posteri con il suo volume “Amarcord – Attività di teatri e sale di proiezione a Manduria nel ‘900”, fresco di stampa (Filocalia Edizioni). Un emozionante salto a ritroso in un secolo, quello scorso, caratterizzato, nella città messapica, da una fiorente attività culturale. Teatri e cinematografi, sin dai primissimi anni del ‘900, furono i contenitori di rappresentazioni (commedie e film), spettacoli (come non ricordare il prestigioso Festival dei Messapi degli anni ’60 che richiamò, al cine-teatro Candeloro, tutti i protagonisti della vita musicale e artistica di quei tempi: da Lelio Luttazzi a Enzo Tortora, da Pippo Baudo a Corrado, da Lucio Dalla a Mia Martini, solo per fare dei nomi), ed eventi culturali di ogni tipo.
Ricordi che oggi hanno il retrogusto amaro, proprio come recita il titolo del volume (“Amarcord”). Solo “ricordi” di quella che può sembrare un’altra Manduria, che stride con la tristissima realtà odierna: oggi, ad eccezione di un paio di teatrini parrocchiali, in città non esiste più alcun teatro o sala di proiezione. Uno dopo l’altro, hanno chiuso tutti i battenti: il cinema Paisiello, il cine-teatro Candeloro e, per ultimo, il cine-teatro Ideal.
Il libro di Vincenzo Stranieri, sensibile alla triste emergenza culturale anche perchè discendente da una delle famiglie proprietarie del cine-teatro Candeloro, ha una genesi: la mostra, intitolata “Il cine-teatro a Manduria nel ‘900”, allestita, dal 20 al 28 ottobre del 2018 nel foyer dello storico teatro Candeloro. Nell’occasione furono esposte un centinaio di locandine di spettacoli teatrali e cinematografici tenutisi nei teatri manduriani nel secolo scorso e altrettante recensioni tratte dalla stampa dell’epoca riguardanti rappresentazioni cine-teatrali. Materiale rintracciato, attraverso un meticoloso lavoro di ricerca, dall’autore Vincenzo Stranieri, che viene riprodotto ora nel suo libro.
«Il libro di Vincenzo Stranieri è accurato da un punto di vista storico, ma anche importante su un piano sociale ed etico» scrive nella prefazione del libro Daniela Treveri Gennari, docente di storia del cinema alla Oxford Brookes University. «Il lavoro può essere letto come un appello alle autorità locali per dare supporto a mantenere in vita il fulcro della vita culturale di una città».
Nella speranza, è l’auspicio dell’autore, che «il lungo inverno dei nostri cine-teatri abbia termine e sbocci al più presto la primavera».