Ripensare il ruolo sociale della biblioteca: non solo, e non tanto, come spazio deputato ai servizi per la lettura e il prestito dei libri, bensì come luogo di aggregazione e di inclusione di giovani e meno giovani, nonché di promozione della cultura nel senso più ampio del termine
Klaus Kempf, direttore fino al marzo scorso del Dipartimento Biblioteca Digitale e Bavarica della Bayerische Staatsbibliothek di Miinchen, insignito il 25 aprile del 2007 della onorificenza di Commendatore dell’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana dall’allora presidente della Repubblica Napolitano, tratteggia per la “Marco Gatti” e per la città di Manduria una rivoluzione culturale.
Invitato dalla sezione manduriana di Archeoclub, Kempf ha incontrato, nei giorni scorsi, l’assessore alla Cultura Andrea Mariggiò per proporgli le sue idee sul ruolo sociale delle biblioteche.
«La biblioteca resta sempre la casa dei libri» la sua premessa. «Ma oggi il ruolo della biblioteca è un altro. Deve essere una incubatrice di cultura, oltre che il luogo di aggregazione in cui tutte le classi sociali della città sono ammesse e possono incontrarsi senza … l’obbligo di consumare. La sua ubicazione è ideale: è nel centro della città, in un palazzo storico, originariamente un convento dedicato alla formazione, conosciuto da tutti. I limiti? Sicuramente gli spazi e il fatto di trovarsi al primo piano: in Germania si dice che la gente deve … cadere nella biblioteca, nel senso che questo luogo di cultura deve essere accessibile a tutti».
Da qualche settimana la “Marco Gatti” è stata riaperta al pubblico.
«Ho apprezzato tanto lo spirito solidaristico di Archeoclub Manduria, nonché la volontà dell’Amministrazione di rilanciare la biblioteca. Come può avvenire questo rilancio? A mio avviso le biblioteche possono e devono giocare un ruolo essenziale come infrastrutture per la conoscenza e l’informazione, luoghi per la socialità culturale, per lo sviluppo della creatività e dei propri talenti, per favorire il dialogo interculturale e intergenerazionale. Bisogna riavvicinare i giovani, compiendo un lavoro certosino di sensibilizzazione sin dalle scuole primarie. Non più depositi di libri stampati o luogo di studio, ma grande polo culturale.
Tutto ciò può avvenire se c’è gente che ha voglia di rimboccarsi le maniche e impegnarsi in un lavoro che non può non produrre frutti copiosi. Ci sono i finanziamenti per ristrutturare l’immobile che ospita la biblioteca: io punterei non al restauro, ma al suo rinnovamento e alla sua ristrutturazione funzionale. Poi il Comune deve sfruttare i fondi per la trasformazione digitale: la Puglia è una regione all’avanguardia in questo e l’Amministrazione non deve perdere quest’occasione. Così la “Marco Gatti” può ritornare ad essere un faro che illuminerà la nuova “piazza” della città».