Attualmente, oltre al rinvenimento della sepoltura e del lato interno del vano della postierla, si sta indagando uno strato in battuto con cigli laterali in pietra, ascrivibile ad un tracciato viario
Continuano gli scavi in un’area del Parco archeologico delle mura messapiche di Manduria, più precisamente nella zona di San Pietro Mandurino, interessata da lavori di riqualificazione e valorizzazione funzionale a cura del Segretariato MiC Puglia e della Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Subacqueo.
Nei giorni scorsi gli archeologi e una antropologa hanno portato alla luce la sepoltura di una giovane donna, rinvenuta nel riempimento di terreno tra le due cinte murarie.
I primi interventi eseguiti nell’ambito del cantiere sulla parte occidentale del Parco, di pulizia e taglio della vegetazione infestante, hanno evidenziato la singolarità del riutilizzo ad agrumeto, in epoca moderna, di questo tratto del fossato delle mura messapiche.
Un indizio appena visibile sul fondo del fossato, interpretato come il vano di una postierla, ha suggerito l’opportunità di indagare con la tecnica dello scavo stratigrafico la fascia di terreno retrostante che intercetta la cresta della cinta muraria esterna, il riempimento tra le due opere di fortificazione la cresta della cinta più antica. Attualmente, oltre al rinvenimento della sepoltura e del lato interno del vano della postierla, si sta indagando uno strato in battuto con cigli laterali in pietra, ascrivibile ad un tracciato viario.
Gli scavi archeologici sono eseguiti dalla ditta Luciano Lacitignola srl, che si avvale della collaborazione degli archeologi delle società ETHRA e DEKA, sotto la direzione scientifica della dott.ssa Laura Masiello della Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Subacqueo.